Già dal pomeriggio del 7 marzo su Google, il più famoso motore di ricerca online, è apparso il doodle che celebra la festa della donna. Infatti l’8 marzo si festeggia la Giornata internazionale della donna, per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono vittime tutt’oggi. Questa celebrazione si tiene negli Stati Uniti d’America a partire dal 1909, in alcuni paesi europei dal 1911 e in Italia dal 1922.
Le immagini che Google propone sono 12 storie raccontate con immagini e (poche) parole di dodici disegnatrici e grafiche provenienti da diversi Paesi, tra cui il Giappone, il Sudafrica e il Pakistan. Sono: Philippa Rice, Saffa Khan, Karabo Poppy Moletsane, Laerte, Kaveri Gopalakrishnan, Chihiro Takeuchi, Tnlaya Dunn, Tillie Walden, Estelí Meza, Anna Haifisch, Francesca Sanna, Isuri.
Ognuna racconta come la donna viva nelle diverse culture e società, i suoi ricordi, i suoi desideri e aspirazioni. Ma anche momenti difficili e di come sono stati superati, ciò che è cambiato e ciò che deve ancora essere realizzato.
Lydia Nichols e Alyssa Winans, doodlers a capo del progetto IWD 2018, hanno dichiarato che l’intento del doodle per l’8 marzo 2018 era quello di dare spazio “alle voci di un gruppo di donne straordinarie, le donne di tutti i giorni che vivono in tutto il mondo”.
Festa della Donna: Una storia Italiana
Tra le artiste troviamo un’ italiana, Francesca Sanna. Nata in Sardegna nel 1991, è emigrata prima a New York, poi a Lucerna e ora vive a Zurigo, in Svizzera, dove fa l’illustratrice e autrice di libri per bambini.
Si trovava proprio qui lo scorso autunno quando è stata contattata da Google per partecipare al progetto del doodle dedicato alla festa della donna.
Sanna, ripensando al dibattito sulle molestie negli Stati Uniti e tuttora in corso in tutto il mondo, ha dichiarato: «Quest’anno l’8 marzo ha un significato particolare. La reazione a catena che si è scatenata mi ha invasa di positività. Quello che mi auguro è di vedere aperta con convinzione questa porta anche in Italia». Aggiunge: «Ascoltare il coro di voci di denuncia è stato emozionante, ha dato credibilità al problema. Ecco: donne che hanno aiutato altre donne, a venire allo scoperto perché purtroppo una sola voce non viene ascoltata».
Anche le immagini dell’artista raccontano una storia di comprensione e supporto reciproco. «Arrivavo da un anno particolare, in cui la condivisione con amiche e colleghe mi aveva aiutata». Così, nel suo racconto, vediamo un abbraccio collettivo di donne che sussurrano: «Sono qui, con te». «Siamo tutte qui con te».