Approdano nei teatri d’Italia, l’altro ieri ad Avellino, Raoul Bova e Chiara Francini in “Due“, uno spettacolo deludente rispetto alle aspettative, di Luca Miniero, che parla della trasformazione da fidanzamento a matrimonio con il relativo inizio di una convivenza, di una giovane coppia. Trattasi di un dialogo dall’andamento piuttosto lento e a tratti noioso.
La scena è una stanza vuota dove Marco (Raoul Bova) alle prese con il montaggio di un letto matrimoniale viene interrogato dalla sua fidanzata, Paola (Chiara Francini), circa il loro futuro, visto che si trovano ad una settimana dal marimonio. Come saranno tra vent’anni? Inizia così un’evocazione di personaggi del passato e del futuro: genitori, amici, figli, amanti, filosofi (rappresentati da cartonati che man mano vengono illuminati e personificati dai due attori). Presenze queste che, come in tutte le coppie, concorrono ad interferire nella loro vita.
Lo spettacolo si conclude col palco popolato dalle tante sagome: rappresentazione della vera vita di coppia, difficile e soprattutto non formata da due sole persone, bensì molte di più. Il messaggio è sicuramente una fotografia della realtà. Ammirevole l’intento dello sceneggiatore e la bravura della Francini. Meno convincente Raoul, più bello che bravo, e di sicuro più ‘seguibile’ al cinema che in teatro. Da evitare assolutamente le troppe parolacce, usate in maniera inutilmente esagerata nel copione. Alcune persone son andate via prima della fine dello spettacolo.