Maurizio Minghella, noto per essere il mostro che ha ucciso diverse prostitute soprattutto negli anni ’90, è stato oggi rinviato a giudizio anche per l’omicidio di Floreta Islami, stesso mestiere delle altre vittime, trovata morta nel 1998 nelle campagne di Rivoli, in provincia di Torino.
La ragazza albanese non era stata collegata ai delitti di quello che la stampa ha definito il serial killer delle prostitute, visto che tra le sue vittime figurano solo meretrici. Minghella, dunque, uccise anche la Islami, prima di essere poi consegnato alla giustizia e di scontare una pena complessiva (sommando tutte le condanne che gli sono state inflitte) di 131 anni di reclusione.
A questi si aggiungeranno anche quelli che scaturiranno dalla sentenza per l’omicidio Islami, un cold case riaperto dal pm di Torino che ha collegato modus operandi e quant’altro ai folli omicidi di Minghella. La ragazza, tra l’altro, era morta il 14 febbraio del 1998, cioè 19 anni fa da pochissimi giorni.
Minghella da sempre ha manifestato tendenze criminali e già nel 1978 aveva ucciso cinque prostitute. Arrestato, era finito in semilibertà lavorando per la comunità di recupero di don Ciotti. Poi, dal 1996 al 2001 altri cinque omicidi – ora sei – che per il modus operandi, il dna e l’ora dei decessi sono stati attribuiti senza alcun dubbio all’uomo che ora si trova ormai da più di dieci anni recluso presso il carcere di Pavia.