Le novità sul fronte pensioni aggiornate al 23 febbraio riguardano in modo particolare la Pensione Anticipata, l’Inpgi e l’integrazione del trattamento minimo. Novità interessanti soprattutto per quel che riguarda i vari decreti da attuare dopo l’incontro Sindacati-Governo del 21 febbraio.
PENSIONE ANTICIPATA A 63 ANNI, COME OTTENERLA
Come già anticipato ieri, una delle regole della Riforma Fornero è la possibilità di arrivare alla pensione a 63 anni. Tutto ciò però solo con determinati requisiti, ovvero per i lavoratori che hanno iniziato a versare i contributi dal 1995 e che hanno ottenuto una buona retribuzione durante la carriera, ovvero 2,8 volte l’assegno sociale. L’assegno pensionistico da percepire, quindi, non dovrà essere inferiore a 1255 euro lordi al mese, un vincolo che difficilmente può essere soddisfatto con solo 20 anni di contribuzione versata. Quindi le persone che effettivamente ne potranno usufruire ne sono poche e dovranno avere una retribuzione minima media annua intorno ai 30 mila euro.
APPROVATA RIFORMA DELL’INPGI, BRUTTE NOTIZIE PER I GIORNALISTI
I Ministri del Lavoro e dell’Economia hanno dato via libera per l’approvazione della riforma previdenziale dell’Inpgi, ovvero, traducendo, hanno approvato la delibera dell’Istituto di Previdenza che rende più stringenti i requisiti per il pensionamento per i giornalisti professionisti, ovvero, l’età pensionabile si alza. L’Inpgi è un fondo dell’assicurazione obbligatoria, privatizzata, che ha mantenuto la propria identità rispetto all’Inps. Il pensionamento dei giornalisti, quindi, sarà dagli attuali 66 anni, a 66 anni e 7 mesi nel 2017, per le giornaliste invece, dagli attuali 64 anni, ai 64 anni e sei mesi del 2018. E così a salire. Tutti i requisiti sia per gli uomini che per le donne, dal 2019, saranno adeguati automaticamente alla speranza di vita Istat come previsto nell’assicurazione pubblica.
PENSIONI, L’INTEGRAZIONE AL TRATTAMENTO MINIMO
L’integrazione al trattamento minimo è una riforma che tutela i pensionati al di sotto di un livello di reddito, che permette un assegno pensionistico basso. Qualora questo assegno non garantisce lo svolgimento di una via agevole ci sarà bisogno di una integrazione. Per ottenere l’integrazione, il pensionante deve rispettare determinati requisiti importanti, ma che potrà ovviamente soddisfare per avere il trattamento contributivo minimo.