Michele Emiliano non parte sconfitto nella campagna per il congresso del Partito Democratico. Tanto che ha rifiutato la metafora della remuntada su Matteo Renzi in stile Barcellona: “Non sono così indietro”, ha affermato il presidente della Regione Puglia.
Riguardo al suo progetto ha in testa alcuni punti chiave: “Deve essere un partito ‘del noi’ e non di banchieri e petrolieri”, ha detto punzecchiando l’ex presidente del Consiglio. Proprio per questo il governatore ha scelto “Noi siamo partito” come titolo della mozione. Mentre per quanto riguarda la piattaforma di partecipazione ha individuato un nome evocativo: Resistenza.
EMILIANO: ECCO LE PAROLE CHIAVE DEL PARTITO”
“Popolo è la parola da cui ricostruire il Partito Democratico, la parola più pregnante per individuare il soggetto collettivo che è il protagonista della Costituzione e della sua attuazione”, ha scandito Emiliano illustrando il contenuto della sua mozione. “Al popolo appartiene la sovranità, in suo nome viene amministrata la giustizia, ad ogni suo componente, senza discriminazioni, la Repubblica riconosce diritti sociali e civili inviolabili, in primis quello al lavoro“, ha aggiunto richiamando dei valori molto cari alla sinistra.
Inevitabile la stilettata a Renzi, il principale avversario per il congresso del Pd: “In questi anni il Partito Democratico ha perduto la ‘connessione sentimentale’ con il suo popolo, indispensabile alla costruzione di una visione di cambiamento coerente con le condizioni del Paese reale, e con le sue domande di giustizia sociale”. Quindi ha invocato “una rivoluzione mite” da contrapporre alla rottamazione renziana.
EMILIANO PUNZECCHIA ANCHE ORLANDO
La campagna per il congresso non contempla grande fair play: così Emiliano ha bacchettato anche Andrea Orlando. “Spesso sostiene che io sia populista e anche ignorante, in quanto terrone“, ha attaccato il presidente della Regione Puglia. Ma dopo l’affondo sono maturati più miti consigli: in caso di ballottaggio è disposto pure a fare un’alleanza con il ministro della Giusitizia. “Se nessuno prende il 51%, un accordo bisogna trovarlo. Ma senza venire meno ai principi. Io sono pronto ma senza venire meno al mio programma”, ha chiosato il governatore pugliese.