La Riforma delle Pensioni tiene banco anche oggi 11 marzo 2017. Oggi ci si concentra sui decreti attuativi con Tito Boeri che esce allo scoperto spiegando che fine hanno fatto e con la polemica della Fillea-Cgil sull’Ape da applicare agli edili. Inoltre vengono ufficializzate due date per dare avvio alla fase 2 con i soliti incontro tra Governo e Sindacati.
BOERI E I DECRETI ATTUATIVI
Finalmente c’è un minimo di chiarezza su dove siano finiti i decreti attuativi della Riforma Pensioni. Lo ha svelato il presidente dell’Inps Tito Boeri che in un’intervista a Il Sole 24 Ore ha ammesso che c’è un ritardo nella scrittura ma ci si sta lavorando di concerto tra l’istituto previdenziale, il Ministero del Lavoro e dell’Economia e Palazzo Chigi. Boeri spiega anche a cosa sia dovuto questo ritardo e lo addebita più a una migliore scrittura dei decreti attuativi in maniera da poter dare ai cittadini una risposta chiara e precisa perché sono scelte complesse e le persone devono essere messe in grado di capire quello che stanno facendo.
CALENDARIO RIFORMA PENSIONI: PROSSIME DATE
E’ bene però tenere presente quali saranno le prossime date del calendario relativo alla Riforma delle Pensioni. Infatti il 23 marzo si avvicina ed è quella la data in cui Governo e Sindacati si siederanno di nuovo allo stesso tavolo per confrontarsi sul tema caldo della riforma: in quella data si dovrebbe iniziare a parlare della tanto agognata Fase 2, anche se ancora la prima fase non si è chiusa visto che i decreti attuativi latitano ad essere concretizzati, e poi la seconda data utile è il 30 marzo per discutere della governante dell’Inps. Potrebbe esserci anche un altro incontro prima del 23 marzo, presumibilmente il 13, proprio sui decreti attuativi all’Ape ma ancora questa data non è stata ufficialmente confermata.
APE, L’INTERVENTO DELLA FILLEA-CGIL
Proprio sull’attuazione dell’anticipo pensionistico attraverso il nuovo strumento denominato Ape nelle sue varie declinazioni è intervenuto Alessandro Genovesi segretario generale della Fillea-Cgil che ha affermato: “Se non vi saranno interventi e verranno quindi mantenuti i 36 anni di contributi di cui gli ultimi 6 continuativi, l’Ape Agevolata per gli operai edili sarà inesigibile. a fronte di almeno 23 mila operai edili con più di 63 anni che stanno sulle impalcature, esposti più di altri ad infortuni gravi e spesso mortali, potranno accedere all’Ape Agevolata teoricamente meno di 500 operai. E dico teoricamente perché i potenziali beneficiari sono quasi tutti operai di imprese strutturate che, facendo ora i capi cantiere, coordinando magari lavori esteri, grazie anche alle buone relazioni sindacali, sono già scesi dalle impalcature”.