Enzo Fragalà è stata ucciso dalla mafia. Sull’omicidio dell’avvocato di Catania, ex deputato di Alleanza nazionale, è arrivata una svolta nell’inchiesta, che ha portato all‘arresto di 6 persone ritenute coinvolte a vario titolo nel delitto.
Cosa Nostra ha deciso di punire Fragalà perché favorevole alla collaborazione con la giustizia degli affiliati alla mafia. Così, per evitare che questo approccio potesse risultare da esempio ai colleghi, i boss hanno deciso di eliminarlo nel febbraio 2010, a Palermo, a pochi metri dal Palazzo di Giustizia.
“I suoi atteggiamenti nei confronti dei suoi assistiti che inviata ad una apertura verso gli inquirenti aveva irritato e infastidito Cosa nostra. E per questo andava punito”, ha spiegato il procuratore di Palermo Francesco Lo Voi, parlando delle persone arrestate. “Sia per le modalità esecutive che per le finalità, come ha anche riconosciuto il gip, possiamo dire che il delitto Fragalà è un omicidio di mafia che doveva costituire un segnale all’intera classe forense”, ha sottolineato il procuratore.
LA DINAMICA DELL’OMICIDO DI FRAGALÁ
Enzo Fragalà è morto il 26 febbraio 2010 in ospedale. Ma l’aggressione, a colpi di bastone, risaliva a tre giorni prima, il 23 febbraio. L’agguato fu pianificato all’uscita dal suo studio legale. Inizialmente l’omicidio era stato archiviato come una vendetta per gelosia da parte di un detenuto per mafia, che sospettava l’esistenza di una relazione tra sua moglie e l’avvocato. Ma il prosieguo dell’inchiesta ha fatto chiarezza.