A cinquant’anni dalla sua scomparsa, il pubblico italiano non ha mai dimenticato Totò, l’ultima maschera teatrale della commedia italiana, un vero e proprio principe della risata. Era nobile Antonio De Curtis, poiché dotato di una grande e pura nobiltà d’animo, un titolo che non si eredita da alcun casato. Nella notte del 15 aprile 1967, l’artista si spense nella sua casa di Roma all’età di 69 anni, stroncato da un infarto.
TOTO’: LA BIOGRAFIA DEL GENIO DELLA COMICITA’
Nato a Napoli il 18 febbraio del 1898, Antonio Griffo Focas Flavio Angelo Ducas Comneno Porfiro-genito Gagliardi de Curtis di Bisanzio è cresciuto nel popolare rione Sanità, in condizioni di piena povertà. Frutto di una relazione clandestina tra la madre Anna Clemente ed il ricco marchese Giuseppe De Curtis, che lo riconobbe all’età di 23 anni. La sua passione per l’arte è tale da opporsi ai genitori, che lo volevano prete, al punto da trasferirsi a Roma per tentare la carriera teatrale. Gli anni della gavetta furono difficili e senza grandi compensi, tanto da alternare periodi di stenti e sconforto a piccole gratificazioni personali, ma il suo talento e la sua passione lo portarono ben presto a diventare uno dei protagonisti dell’avanspettacolo italiano.
TOTO’: I SUCCESSI CINEMATOGRAFICI
Dopo i grandi consensi riscossi a teatro, si spalancarono per Totò le porte del grande schermo: Nel corso della sua fortunata carriera, ha realizzato ben novantasette pellicole cinematografiche, tra cui ricordiamo: “Totò nella fossa dei leoni”, “I pompieri di Viggiù”, “Napoli Milionaria”, “L’imperatore di Capri”, “Totò cerca moglie”, “Totò sceicco”, “47 morto che parla”, “Guardie e ladri”, “Totò a colori”, “Miseria e nobiltà”, “L’oro di Napoli”, “Siamo uomini o caporali?”, “Destinazione Piovarolo”, “Totò lascia o raddoppia”, “Totò, Peppino e la… malafemmina”, “Totò nella luna”, “I tartassati”, “Signori si nasce”, “Risate di gioia”, “Chi si ferma è perduto”, “Totòtruffa”, “I due marescialli”, “Totò contro Maciste”, “Lo smemorato di Collegno”, “Il monaco di Monza”, “Totò d’Arabia”, “Uccellacci e uccellini”, “Operazione San Gennaro” e “Capriccio all’italiana”.
TOTO’: LA SUA EREDITA’ ARTISTICA
Tra ospitate televisive, sketch pubblicitari e telefilm, Totò fu un grande protagonista della neonata televisione italiana, ma anche un indimenticato poeta. Oltre a scrivere diverse canzoni, tra cui ricordiamo la celebre “Malafemmena”, l’attore compose numerose opere narrative, tra cui spicca la toccante poesia “A livella”, dove affronta il tema della morte con la sua solita ironia. Nelle settimane antecedenti la sua improvvisa e prematura dipartita, secondo diverse testimonianze, avrebbe più volte espresso grande rammarico convinto di non essere ricordato, rimproverandosi del fatto che avrebbe potuto fare di più. Colpa di una critica troppo snob, che solo dopo la sua scomparsa ha saputo capire e rivalutare, l’artista è andato via in punta di piedi con l’umiltà e l’altruismo di chi ha speso la propria vita donando gioia agli altri. D’altronde signori si nasce e lui modestamente.. lo nacque.