Tanti dubbi ancora in merito alla Riforma delle Pensioni anche oggi, 22 aprile 2017, le ultime notizie in materia pensionistica non posso non partire dall’Ape Social: nonostante sia l’unica misura di cui conosciamo il decreto attuativo ancora ci sono diverse parti da chiarire. Buone notizie per i nati nel 1952 che lavorano nel settore privato che vedono avvicinarsi la possibilità di uscirà anticipatamente dal lavoro e altre buone notizie ci sono per gli invalidi civili la cui pensione sociale non verrà conteggiata nel reddito individuale.
RIFORMA PENSIONI: I DUBBI DA CHIARIRE SULL’APE SOCIAL
Persistono ancora molti dubbi relativamente all’uscita anticipata da lavoro tramite l’Ape Social. Insomma nonostante la pubblicazione del decreto attuativo ella misura che deve partire dal prossimo 1 maggio ancora non si capisce se il requisito de 3 anni e 7 mesi al massimo dalla pensione di vecchiaia sia vigente o meno: requisito che viene specificato dall’Inps, ma non presente nel testo della legge. Inoltre se l’Ape Social prevede un assegno massimo di 1.500 euro, sarà forse possibile accedere alla misura anche prendendo un assegno superiore ma poi restituendo a rate la parte in eccesso: anche in questo caso si tratta solo di un’ipotesi perché non c’è una specifica disposizione.
PENSIONI ULTIME NEWS: USCITA ANTICIPATA PER CLASSE 1952
Si avvicina la possibilità per i lavoratori classe 1952 del settore privato di poter chiedere l’uscita anticipata dal lavoro. Infatti il disegno di legge presentato dall’onorevole Maria Luisa Gnecchi è approdato in Commissione Lavoro della Camera dei Deputati: si tratta di un deroga alla Legge Fornero che prevedeva l’uscita da lavoro a 64 anni. L’accelerata decisiva è stata data dai numeri che sono stati diffusi dall’Inps proprio in merito a questi lavoratori: sono 33.789 le persone che potrebbero richiedere l’uscita anticipata un numero nettamente inferiore rispetto a quanto aveva previsto la Fornero che parlava di 55mila uscite anticipate. E quindi l’osservazione della Commissione Lavoro è stata che siccome si tratta di un numero nettamente più basso delle previsioni sono inaccettabili le restrizioni adottate dall’Inps in sede amministrativa: “Se tale vistosa discrepanza fosse stata riconducibile a errori nelle previsioni, come legislatore avrebbe compreso, anche se non condiviso, la necessità di porre rimedio allo sforamento del limite di spesa con una restrizione, ma non essendovi ragioni di contenimento delle spese ora pretendiamo l’impegno del Governo per una completa e definitiva applicazione dell’articolo 24, comma 15-bis201 , del decreto-legge 6 dicembre 2011, n.201”, ha detto la Gnecchi.
PENSIONI ULTIME NOTIZIE: STOP REDDITO PRIMA CASA PER INVALIDITA’ CIVILE
Con una circolare, la numero 74/2017, l’Inps è andata a recepire un mutato orientamento della Corte di Cassazione in merito al reddito della prima casa per chi percepisce un assegno sociale. Secondo le nuove disposizioni questo non va più conteggiato come reddito individuale per percepire le prestazioni di invalidità civile. Quindi dovrà essere ricalcolato il reddito personale dell’invalido e quindi ne consegue che la pensione sociale che prima veniva riconosciuta come fonte di reddito dovrà essere esclusa dal computo della casa di abitazione per le prestazioni di invalidità civile, cecità e sordità.