L’informazione è un elemento fondamentale per la comunicazione nei Paesi del mondo e su questo punto di vista l’Italia non se la passa granché bene, essendo fino ad ieri, al 77° posto di questa classifica mondiale, come Paese dove l’informazione è libera e non controllata da altri fattori, come politica o altro.
LA CLASSIFICA DI REPORTERS SANS FRONTIERS
La classifica stilata stamattina dal Reporters sans Frontieres, che annualmente aggiorna i dati sulla libertà di informazione, vede l’Italia fare un balzo di 25 posizioni, trovandosi ora al 52° posto. Un ottimo passo in avanti compiuto in questi 12 mesi, ma c’è ancora tanto da lavorare. Un balzo in avanti dovuto anche “all’assoluzione di diversi giornalisti, tra cui i due che sono stati processati nel caso Vatileaks”.
QUALI SONO LE ACCUSE ALL’ITALIA
L’organizzazione che vigila sullo stato della libertà di informazione rileva tuttavia che in Italia permangono intimidazioni verbali o fisiche, provocazioni e minacce, e pressioni di gruppi mafiosi e organizzazioni criminali, con 6 giornalisti su 10 che vivono addirittura sotto scorta oppure sono vittima di ricatti e di estorsioni. In testa alla classifica restano sempre i paesi del Nord Europa, ma la Finlandia cede il primo posto che deteneva da 6 anni alla Norvegia.
COSA SUCCEDE NEL RESTO DEL MONDO?
Nel fondo resta la Corea del Nord (guarda caso), la Turchia di Erdogan, il Turkmenistan e il Messico. Non sono messi meglio alcuni stati Africani ma anche le “sorelle” Europee dell’Italia, come la Francia e la Germania. Neanche gli USA, sono ai vertici di questa classifica, e la situazione è peggiorata con l’arrivo alla presidenza di Donald Trump. Insomma, ieri si è festeggiata la festa della Liberazione in Italia, in un Paese dove finalmente la democrazia dovrebbe vincere e la libertà di opinione e di stampa, in particolare, dovrebbero essere garantite, ma a quanto pare anche nel 2017 queste cose non sussistono.