Chiunque abbia vissuto a pieni polmoni gli anni ’90 non può non conoscere gli Articolo 31, un gruppo che oggi rivive grazie all’energia di uno dei due fondatori Vito Perrini, meglio conosciuto con lo pseudonimo di Dj Jad. Dopo aver realizzato diversi progetti da solista, il disc jockey milanese ha deciso di accontentare i numerosi seguaci che da anni chiedono di poter riascoltare i brani che hanno segnato sia la propria crescita che la storia della musica italiana. In occasione del lancio del singolo “Domani… refresh”, abbiamo incontrato l’anima degli Articolo 31 2.0, che ci ha raccontato le sue sensazioni ed emozioni a riguardo.
Ciao Vito, partiamo dal tuo nuovo progetto discografico: gli Articolo 31 2.0. Com’è nata questa idea?
“Più che un’idea è stata un’esigenza. In questi ultimi anni ho realizzato diversi progetti underground, così ho cercato di recuperare le mie radici che pensavo di aver perso ma che, fortunatamente, avevo portato sempre con me. Il desiderio è stato semplicemente questo, riportare un certo clima positivo e un certo spirito che forse a livello musicale e sociale si è un po’ perso. Per tutta questa serie di ragioni ho deciso di non sostituire il mio ex socio con un frontman e di non proseguire soltanto su una strada, che può essere quella pop o quella rap, ma di sperimentare e spaziare quanto più possibile. Fondamentalmente non ho voluto rifare il gruppo ma continuare una storia che si era interrotta, perché gli Articolo 31 non erano DJ Jad o J-Ax, ma un ideale e un valore di aggregazione volto a far star bene la gente”.
Da venerdì scorso è in radio il singolo “Domani… refresh”, come mai la scelta di rivisitare proprio questa canzone, rispetto ai tantissimi successi realizzati negli anni?
“E’ venuto tutto in maniera spontanea e naturale, mi trovavo con i miei musicisti in Puglia per le prove del tour, abbiamo provato a rivisitare un po’ di brani sia miei da solista che degli Articolo, quando ho sentito ‘Domani’ sono rimasto colpito, perché le parti rappate sono state sostituite da un cantato melodico. Il risultato ci ha convito talmente tanto da decidere di rendere omaggio, a vent’anni di distanza, a questo mio grande pezzo del passato. A breve uscirà anche un video di questo singolo. Sono contento, sereno e appagato di quello che sto ricominciando a fare, anche se per la mia strada incontro chi non è d’accordo, la mia prerogativa è sempre stata quella di credere fino in fondo in quello che faccio, non sono la fama o il successo a dirmi cosa devo fare, ma l’istinto e la mia anima. Vada come vada ma io mi sento già molto gratificato, perché ho la fortuna di fare quello che mi piace. Certo è che non voglio passare per ipocrita, il successo e i soldi nella vita contano, ho una famiglia da mantenere anche io, ma ciò che per me conta principalmente è il messaggio che c’è dietro questo progetto”.
Senza sfiorare nessun tipo di polemica e nel rispetto del lavoro di tutti, in particolare il tuo e quello di J-Ax, se dipendesse unicamente da te ci potrebbe essere un giorno una possibile reunion?
“Vuoi la verità? Non penso, perché gli ideali degli Articolo 31 io li condivido ancora oggi, ce li ho sempre dentro me e tatuati sulla mia pelle. Lui ha scelto un’altra strada rinunciando a quei valori, a un passato che non sente più suo. Poi, per carità, nella vita tutto può succedere, in questi dieci anni ho sempre avuto le porte aperte, ho provato più volte a contattarlo mettendo da parte l’orgoglio. La risposta non è mai arrivata, lui si è chiamato fuori, allora io mi sono convinto ad andare avanti lo stesso, con lui o senza di lui, e credo che nessuno possa vietarmi di esprimere questa mia esigenza”.
Come me, in molti hanno sicuramente visto i vostri video botta e risposta sui social. Ti va di aggiungere qualcosa a riguardo o passiamo alla prossima domanda?
“A me non piace fare queste cose e devo ammetterti di aver sofferto come un cane nel fare quel video. Insieme abbiamo cambiato tante cose, siamo stati degli innovatori, e io non riesco a rinnegare la nostra storia. Se lui lo ha fatto io non posso che rispettarlo, ma io vado avanti per la mia strada. Ti faccio un esempio che non c’entra molto con la nostra realtà musicale, ma potrei fartene altri mille: quando Riccardo Fogli se ne è andato dai Pooh, i Pooh hanno continuato a fare i Pooh. Perché gli Articolo 31 non possono continuare ad essere gli Articolo 31 senza J-Ax? Sono felice per lui e per il suo successo, non provo astio nei suoi confronti. A tal proposito ti confesso che da alcuni mesi sto scrivendo un libro che uscirà entro la fine dell’anno, dove racconterò tutto per filo e per segno: aneddoti, momenti belli, momenti brutti, tante cose che la gente vorrebbe sapere e tante cose che la gente non sa, raccontate in chiave positiva e senza astio nei confronti del mio ex socio, con la trasparenza più pura e senza filtri”.
Da figlio degli anni ’90 che è cresciuto con le vostre canzoni e che ha voglia di risentirle in una nuova veste, non posso che apprezzare questo progetto, perché di progetto si tratta. Trovo che la cosa più triste di questa vicenda sia stata sentire parlare di diritti, di catalogo, di marchio, di logo. Gli Articolo 31, per me e non solo, sono un pezzo di storia della musica italiana e non un marchio…
“Bravissimo, ma sono meccanismi che purtroppo non ho tirato in ballo personalmente, anzi sono stato io stesso vittima di una diffida da questo punto di vista. Se ho scelto di andare avanti è proprio per questi ideali, gli Articolo 31 sono la mia vita, ce li ho tatuati a pelle. Per il music business è considerato un marchio ma io me ne fotto, per me è un valore che non ho mai perso e che desidero ardentemente portare avanti”.
A proposito di questo, hai dichiarato che quegli stessi valori e quegli stessi ideali ti appartengono ancora oggi. Partendo dalla libertà di espressione, che poi è il concetto da cui deriva il nome degli Articolo 31, credi che oggi ogni singolo individuo sia più libero rispetto al passato di manifestare il proprio pensiero?
“Penso che l’avvento di internet, come ai miei tempi quello della televisione, abbia sia i suoi lati positivi che quelli negativi. I tempi cambiano, ci si evolve, ma l’importante è trasmettere alle nuove generazioni valori sani, il mezzo non importa più di tanto, conta il messaggio. Oggi non ci sono più punti di riferimento, i giovani si ritrovano spiazzati a seguire le mode del momento. Con i miei ultimi progetti discografici da solista, tra cui due volumi intitolati “Beat in my soul”, ho cercato di trasmettere i valori di un tempo pubblicandoli anche in versione vinile. Credimi, è stato gratificante per me scoprire che alcuni giovani si siano avvicinati a questo genere di supporti acquistando i giradischi. Nel mio piccolo, dunque, ho stimolato alcuni ragazzi della nuova generazione a scoprire un tipo di ascolto che non c’è più”.
Alla luce di tutto quello che abbiamo detto: quale messaggio vorresti che il pubblico recepisse, oggi, attraverso la tua musica?
“Un messaggio onesto e sincero. Difficilmente deludo me stesso e sicuramente non deluderò il mio pubblico, perché non ho mai rinnegato il mio passato, anzi cercherò di mettere lo stesso spirito di un tempo negli Articolo 31 del futuro. Ho ritrovato me stesso, guardandomi allo specchio finalmente mi riconosco”.