Vittorio Emanuele di Savoia ha perso la causa per diffamazione contro La Repubblica dovuta a un articolo apparso sull’edizione del 13 ottobre 2007 a firma del giornalista Maurizio Crosetti nel quale si parlava di un coinvolgimento dell’esponente della famiglia reale nella morte di Dirk Hamer avvenuta il 18 agosto 1978 nell’isola di Cavallo. Nonostante l’assoluzione ottenuta dalla giustizia francese, secondo la Cassazione è innegabile il coinvolgimento di Vittorio Emanuele nella vicenda e pertanto quanto scritto da Crosetti non è da considerarsi diffamatorio.
La morte di Dirk Hamer
I fatti a cui si fa riferimento risalgono al lontano 18 agosto 1978 quando la barca con a bordo Vittorio Emanuele di Savoia era ormeggiata sull’isola di Cavallo. Secondo le ricostruzioni dell’epoca, l’allora quarantenne discendente della casata reale, accorgendosi del furto del suo gommone, esplose dei colpi di fucile. In quell’occasione rimase ucciso Dirk Hamer studente tedesco di appena 19 anni che dormiva su una barca vicina a quella di Vittorio Emanuele che fu accusato della morte del ragazzo. Per la difesa non fu il solo Vittorio Emanuele a sparare e, pertanto, non era certo che fosse lui l’assassino di Hamer, ma, nonostante l’assoluzione dall’accusa di omicidio (non da quella di porto abusivo di arma da fuoco) arrivata nel 1991, non è ancora del tutto chiara la dinamica dei fatti di quella notte. Successivamente, durante la sua detenzione nel carcere di Potenza nel 2006, in un intercettazione Vittorio Emanuele si vantò di averla fatta franca in quell’occasione, anche se la sua difesa ha sempre affermato che vi sia stata una manipolazione delle frasi del Savoia.
L’articolo de La Repubblica
“Quello che usò con disinvoltura il fucile all’isola di Cavallo, uccidendo un uomo“, è questa la frase usata da Maurizio Crosetti in un suo articolo dal titolo ”Inchini, auguri e ospiti illustri a Venaria la rivincita dei Savoia” per descrivere Vittorio Emanuele finita al centro della querela nei confronti del giornalista e dell’allora direttore de La Repubblica Ezio Mauro. Per la Cassazione, pur non essendo giunta alcuna condanna penale, è innegabile che vi sia una coinvolgimento di Vittorio Emanuele nella morte del povero studente tedesco e, pertanto, non vi è nulla di diffamatorio nelle frasi scritte da Crosetti. Insomma, i Savoia, nonostante i decenni passati dalla loro caduta, non smettono mai di far discutere.