Criminalità, malavita, piccoli affari in nero, grossi giri di spaccio, rapine, risse. L’altro lato della medaglia di Duomo, Quadrilatero della moda, vetrine delle grandi griffe, settimana della moda e lusso.
Milano, come ogni grande metropoli d’Italia, ha i suoi palazzi dorati e le sue case popolari – spesso decadenti -, i suoi monumenti e i suoi edifici occupati, i suoi quartieri “bene” e le sue periferie, molte volte dimenticate. Ma quali sono i quartieri più pericolosi di Milano?
Inevitabilmente, ogni strada, ogni piazza può nascondere un’insidia. Ma ci sono quartieri, “rioni”, dove la criminalità e l’insicurezza – o almeno la percezione di insicurezza dei cittadini – sono molto più alte.
Negli ultimi mesi, e non è un caso, la zona attorno alla Stazione Centrale sembra essere diventata per molti milanesi un’area da evitare assolutamente. Da quando l’emergenza immigrazione ha fatto sentire tutto il suo peso, nei pressi di piazza Duca d’Aosta non è raro imbattersi in veri e propri accampamenti e, soprattutto nelle ore serali, risse e aggressioni stanno diventando una consuetudine.
Altro quartiere che ha guadagnato non poche posizioni negli ultimi tempi nella classifica dei “quartieri più pericolosi di Milano” è Chinatown. Da quando lo shaboo, una droga etnica utilizzata soprattutto nelle comunità asiatiche, ha fatto il proprio arrivo in Italia, le vie attorno a Paolo Sarpi – come mostrano le ultime operazioni dei carabinieri – sono diventate un vero e proprio centro di stoccaggio della droga. Droga che a Milano, inevitabilmente, vuol dire viale Bligny 42, sede del famosissimo fortino dello spaccio in zona Porta Romana.
Ci sono poi quartieri “pericolosi” per storia, per fama. È il caso di via Padova, ritrovo della mala negli anni ’70 e oggi incrocio – spesso pericoloso – di culture e nazionalità diverse o della Barona, da sempre immensa piazza di spaccio descritta perfettamente nel film di Antonio Boccala e Paolo Vari, “Fame chimica”.
Menzione d’obbligo, nei “quartieri più pericolosi di Milano”, spettano anche a Comasina – storico terreno di caccia del malvivente più famoso di Milano, Renato Vallanzasca, e della sua banda della Comasina – e Quarto Oggiaro, un quartiere popolare cresciuto troppo in fretta e ancora afflitto da problemi di piccola e grande criminalità.
Violenze, risse e affari loschi sono all’ordine del giorno anche nell’estrema periferia Sud, in zona Corvetto: un quartiere che spesso – malgrado la gran parte dei suoi abitanti – è stato dipinto come una sorta di far west in balia – scrivevano qualche mese fa i giornali – di “ragazzi gangster”.
Non solo periferia e quartieri popolari, però. Perché scippi, furti e rapine si concentrano soprattutto nelle vie del centro, nei quartieri “bene” che sembrano tanto distanti da quelli dimenticati al di fuori dalla Cerchia dei Navigli. Ma che in fondo sono due facce di una medaglia uguale.