C’era una strana aria ieri al Meazza… c’era una strana aria e non era quella del vento gelido e forte che aveva spazzato via il grigiore del giorno prima. Chi scrive era lassù al terzo anello nella come sempre orgogliosa piccionaia granata: Milan-Torino era una partita delicata. Molto delicata.
Il Milan aveva dato qualche segnale di incoraggiamento giovedì in Europa League e Montella aveva subito dettato la linea: “Adesso risaliamo in campionato”. Già, il campionato, ed ecco l’aria strana di ieri a San Siro: i rossoneri dovevano vincere per invertire un anonimato inconcepibile davanti a cotanta storia.
Ma anche per dare un senso alla vastissima (ma tecnicamente molto discutibile) campagna acquisti estiva, per mettere a tacere frizioni e nervosismi più o meno latenti tra dirigenza ed allenatore, per dare un minimo di serenità alla società nel mirino economico della Uefa, e per tanto altro ancora.
Dall’altra parte il Toro – dichiaratamente progettato per tornare in Europa – non poteva sbagliare: per non perdere troppo terreno dall’obiettivo (minimo) del settimo posto, per non ingarbugliarsi su se stesso nel momento più delicato della stagione (un solo successo nelle ultime otto giornate) e con un calendario complicato (Atalanta, Lazio e Napoli). Anche per non far (ri)tornare in discussione il progetto tecnico di Mihajlovic.
La gara è stata l’emblema, la cartina tornasole delle due squadre in questo scorcio della stagione: scarsa lucidità, poche idee e ben confuse, gli elementi più rappresentativi lontani (per motivi diversi) dalla miglior condizione. E – come dicevano i cronisti sportivi di una volta – non poteva che essere 0-0.
Il Milan ha avuto in realtà qualche ghiotta opportunità e quando Kalinic (disastroso) non ha sprecato maldestramente ci ha pensato Sirigu (fantastico) a mantenere inviolata la porta granata. Toro rintanato e poco reattivo che ha creato una sola vera palla-gol con Donnarumma sugli scudi nel ribattere prima il colpo di testa di Belotti poi il tap-in di Falque. C’era una strana aria ieri al Meazza.
Il pubblico di fede milanista ha pazientato per un’ora abbondante poi sono cominciate sonore disapprovazioni. Noi in piccionaia granata abbiamo mugugnato parecchio ma alla fine ha prevalso la (moderata) soddisfazione per l’imbattibilità a Milano nel mese di novembre (anche se il Toro visto con l’Inter ad inizio mese era piaciuto molto di più).
Milan-Toro, Opinioni sull’esonero di Montella
Il resto è storia di qualche ora fa: il classico comunicato di esonero di Montella e le parole complessivamente signorili del tecnico. Nella frase “abbiamo alzato un po’ troppo le aspettative in estate, tutti, ma come sempre in questi casi, la colpa è solo dell’allenatore” ha esattamente focalizzato il punto: quanti degli addetti ai lavori che a luglio incensarono il mercato rossonero andrebbero idealmente esonerati adesso che il Milan ha gli stessi punti del Chievo?
Montella qualche responsabilità tattica ovviamente ce l’ha eppure il suo esonero dovrebbe far riflettere (ma non lo farà) sui giudizi dati con troppa superficialità e senza la riprova del campo. L’unica che conta.