Sergei Skripal e la figlia Julia in visita al padre in Inghilterra ricoverati in condizioni critiche presso un ospedale di Salisbury. Anche l’agente di polizia che per primo è intervenuto sulla scena sarebbe ricoverato in condizioni molto gravi. Le autorità britanniche non hanno ancora ufficialmente confermato nessuna tesi oltre a quella di tentato omicidio da parte di ignoti, ma il caso sta già causando alta tensione diplomatica tra Washington e Mosca. Boris Johnson, il segretario di stato britannico, ha avvertito gli UK risponderanno con decisione (“robustly“) a qualunque sospetto fondato di coninvolgimento diretto da parte dello stato russo.
Da parte il Cremlino accusa la Gran Bretagna di propaganda e russofobia.
Una storia questa che ha tutti i toni e gli ingredienti di un film di spionaggio da guerra fredda, ma che ha invece coinvolto la tranquilla cittadina inglese in cui Sergei Skripal si era ritirato, dopo essere fuggito dalla Russia grazie ad uno scambio di spie di alto livello tra Mosca e Washington avvenuto in Austria nel 2010.
Skripal, ex colonnello dell’esercito russo, era stato accusato di aver passato ai servizi segreti britannici informazioni top secret sull’identità di agenti segreti russi in incognito. Nel 2016 era stato condannato a 13 anni di carcere in Russia, ma poi scagionato e inviato negli UK insieme ad altre spie invise al Cremlino, in cambio di un gruppo di spie russe operanti negli States rinviate a Mosca, tra cui la celebre Anna Chapman, di cui i media hanno fatto un sex symbol da film di James Bond.
Da allora Skripal, ritiratosi in provincia, aveva condotto una vita lontana dai media e dal pubblico, apparentemente tranquilla.
Il caso, sebbene non ancora confermato, ricorda quello di un’altra spia russa, la cui morte da libro giallo non solo ha creato scandalo in mezzo modo, ma ha anche portato ad anni di gelo tra Londra e Mosca: il caso Litvienko.
Alexander Litvinenko, ex ufficiale del gruppo Alpha (erede del KGB), fu colto da un improvviso malore nel bar di un hotel di lusso nell’altrettanto lussuoso Mayfair londinese nel 2006, dopo aver bevuto una tazza di tè contaminata con plutonio radioattivo insieme a quelli che si considerano ormai quasi certamente come i suoi assassini: Andrei Lugovi, ex ufficiale del KGB, ora deputato della Duma russa e voce più autorevole tra quelle che al momento accusano la Gran Bretagna di demonizzare la Russia con il caso Skripal, e Dmitry Kovtun, proveniente da una famiglia di militari sovietici e amico d’infanzia di Lugovi. Putin negò allora qualunque coinvolgimento e rifiutò di estradare dei due.