Si chiama “Screen to Screen”, il nuovo sistema tecnologico messo a punto dall’americano Philips che permette ai genitori dei bambini prematuri di accudirli a distanza, quando i piccoli sono nell’incubatrice.
“La mamma si avvicina al papà, nasconde la mano e tira fuori la sorpresa. Sullo smartphone c’è la loro bambina ripresa in tempo reale nell’incubatrice dell’ospedale. Lui si commuove, non se l’aspettava, si fa sfuggire qualche lacrima e sente ancora più vicina, più sua, la piccola che a due mesi dal parto non può ancora tornare a casa”, sono queste le parole utilizzate da Luigi Orfeo, direttore della neonatologia del Fatebenefratelli di Roma per descrivere il progetto, che per ora è in fase sperimentale.
Ma cos’è questa nuova tecnologia?
La nuova tecnologia Philips è un sistema video protetto attraverso il quale su ogni incubatrice viene applicato un piccolo apparecchio wireless a cui genitori, nonni o parenti (nel rispetto della privacy) possono collegarsi per circa 20 minuti attraverso un codice personale e l’utlizzo dello smartphone o di un qualsiasi altro dispositivo mobile.
Purtroppo però, non tutte le famiglie possono usufruire di questo servizio di comunicazione col bambino: fattore primario per poter consentire il collegamento col piccolo sono le sue condizioni di salute, dato che appunto i prematuri sono molto fragili poiché spesso per sopravvivere sono sottoposti a cure sofisticate attraverso le quali dovrebbero recuperare il tempo non vissuto nel grembo materno.
È un progetto in fase sperimentale che in Italia ha poco successo
Per ora però, i pochi casi in cui la sperimentazione ha avuto successo non sono italiani. Il motivo? Secondo un medico del Fatebenefratelli probabilmente la causa della non riuscita del progetto riguarda la sensibilità particolare delle mamme italiane.
Lo stesso medico del reparto di neonatologia però afferma: “Quando il progetto funziona funziona e facilita il feeling col bambino andremo avanti. Si potrebbe fare in modo che la mamma parli al bambino e gli canti la ninna nanna”.
Non ci resta che sperare dunque che le mamme italiane capiscano i benefici di questo strumento e che venga sempre più diffuso e migliorato!