Chissà perché il granchio è sempre bistrattato da tutti, sia a tavola quando lo si mangia che nella lingua parlata quando lo si usa per esprimere una delusione. Il granciporro, termine per indicare una razza di granchio, potrebbe essere benissimo il capro espiatorio a cui affibbiare tutta la colpa.
Etimologia del termine Granciporro
Secondo il Pianigiani, nel suo “Dizionario”, granciporro deriva dal latino cancer pagurus dove “svanito il -g- PA’URO e indi, trasformando AU in O e con un po’ d’enfasi e per una facile analogia, PORRO”. Il termine si riferisce ad un tipo di granchio abbastanza grosso, massiccio, di colore rossiccio-bruno, che si nasconde tra le rocce e va a caccia di cibo solo di notte, detto anche porrone perché “attorniato da tubercoletti a guisa di porri”. Dunque un granchio che assomiglia a un grande porro: una cosa al limite della comicità ma veramente strana.
Quando si dice “prendere un granchio”
Ma perché ce l’hanno tutti col granchio? Questo crostaceo risulta essere una vera fonte di delusione quando si va a pesca. Si dice infatti prendere un granchio perché, tirando l’esca della canna fin nei fondali marini, può capitare che invece di prendere un pesce abbocchi un granchio. Una volta preso all’amo, il crostaceo sembra dimenarsi come un pesce facendo credere al pescatore di aver effettivamente catturato una grossa preda. La delusione nell’appurare che sia stato catturato un granchio è tanta perché esso costituisce appunto una preda inutile e con le sue chele potrebbe danneggiare la lenza.
Significato ed uso di granciporro
Proprio dalle speranze perse del pescatore il granciporro assume anche il significato di un errore madornale e grossolano. Per questo suo nome forse un po’ buffo il termine non ha una accezione così negativa: infatti viene usato bonariamente e in modo ironico per indicare uno sbaglio abbastanza evidente. Uno strafalcione, una gaffe che crea imbarazzo, il granciporro può essere visto anche come una indelicatezza facilmente superabile con una pura e semplice risata.