Trattare con l’omeopatia è come non trattare
Effetto placebo
Da tempo poi si discute anche sul così detto effetto placebo, ossia il miglioramento lieve o più intenso (in alcuni casi, anche una totale guarigione) delle condizioni di un paziente strettamente legate alla grande fiducia nel potere curativo riposta dallo stesso nei confronti delle terapie e delle cure da questo messe in atto, cure che il più delle volte prevedono l’assunzione di farmaci in realtà inerti privi di alcun principio attivo specifico per la patologia da trattare.
Un dibattito controverso
Sull’effetto placebo la comunità scientifica si confronta da sempre, con posizioni spesso discordanti. Unisce senza subbio la consapevolezza di un principio a base neurofisiologico e che si siano riscontrati effetti anche su bambini e su animali. Tuttavia, a dividere l’opinione pubblica ma anche professionale dei medici è soprattutto l’utilizzo dell’effetto placebo da un punto di vista etico e morale.
Perché i medici prescrivono farmaci omeopatici?
Ma allora perché, viene da chiedersi, spesso sono proprio i medici stessi a prescrivere ai propri pazienti farmaci omeopatici? La scheda informativa della Fnomceo spiega a questo proposito che in Italia solo medici chirurghi abilitati alla professione possono praticare l’omeopatia e quindi prescrivere prodotti di questo tipo. Norma il cui intento e fondamento non starebbe ad attribuire alla pratica omeopatica una qualche base scientifica ma come doppia garanzia nei confronti del paziente. Da un lato, infatti, questo può praticare il proprio diritto alla libertà di scelta terapeutica e, dall’altro, si garantisce un uso integrativo e limitato alla cura di disturbi poco gravi e autolimitanti, evitando così il rischio di una diagnosi più tarda e una somministrazione di cure più efficaci al cui il paziente preferisce sottrarsi spesso per pigrizia o per paura.