E’ uscito da pochi mesi il romanzo di Luciana Pennino edito dalla Iuppiter Edizioni nella collana Storie dal titolo Primule fuori stagione.
Una storia coinvolgente dove i vari aspetti dell’animo umano, in particolar modo quello femminile (la protagonista è infatti una donna) , si trovano a fronteggiare le grandi e piccole battaglie della vita. Il romanzo della Pennino non è un libro femminista, una bandiera che sventola al grido di un “genere sessuale è migliore dell’altro”, ma un romanzo di una donna per la donna. Una persona comune, come tante, una donna che non vuole arrendersi ma che, nonostante tutto, ogni tanto ha bisogno di una pausa.
Primule fuori stagione, la trama del libro
Il romanzo racconta la storia di una donna che deve misurarsi con la vita e con tutte le sue variabili. Il lettore viene così trascinato nella vita della protagonista che perdendo il lavoro è come se perdesse la sua identità.
La protagonista si muove avanti e indietro nel tempo, corre con la memoria all’indietro a recuperare una lacerazione profonda nella quale l’esistenza sembra bloccarsi, ma nel contempo uno slancio vitale la trascina avanti ad assumere buio e luce: un binomio indissolubile.
Recensione del libro
Le primule fuori stagione citate nel titolo sono un ottimo riassunto di tutto il romanzo ma anche della vita della protagonista che si sente “fuori stagione” ma che, come le primule, deve rinascere, anche dopo le intemperie della vita.
Sorprendente il registro stilistico fuori dai soliti canoni. L’autrice infatti utilizza un lessico napoletano colloquiale in alcuni punti del romanzo e porta così il lettore ad un livello familiare, uscendo fuori dalle dinamiche della letteratura classica.
La protagonista si fa amare per la sua semplicità, per essere una donna comune e non una superdonna, una persona che parla con se stessa, che bacchetta (anche se interiormente) il prossimo, che discute, che deve ricordare chi era per costruire chi sarà domani.