Finalmente ci siamo. E’ arrivato nella notte il via libera da parte del Consiglio dei Ministri al Decreto dignità, il primo provvedimento messo a punto dal governo Lega – 5 Stelle. Un provvedimento che introduce novità significative in materia di lavoro e imprese ma che potrebbe generare effetti opposti a quelli desiderati. Ciò, almeno, è quanto sostenuto dalle imprese che, attraverso una nota da parte di Confindustria, bocciano il provvedimento varato dall’esecutivo gialloverde:
Come abbiamo sempre sostenuto sono le imprese che creano il lavoro. Le regole possono favorire o scoraggiare i processi di sviluppo e hanno la funzione di accompagnare i cambiamenti in atto, anche nel mercato del lavoro. Si dovrebbe perciò intervenire sulle regole quando è necessario per tener conto di questi cambiamenti e, soprattutto, degli effetti prodotti da quelle precedenti. Il contrario di ciò che è avvenuto col decreto dignità.
Chiarissima, dunque, la posizione di Confindustria. Secondo la principale associazione di rappresentanza delle imprese, il Decreto dignità avrà come effetto quello di generare “meno lavoro e non meno precarietà” perché si è intervenuti proprio quando sembrava che il mercato del lavoro mostrasse segni di ripresa. “Preoccupa che siano le imprese a pagare il prezzo di un’interminabile corsa elettorale all’interno della maggioranza e che si creino i presupposti per dividere gli attori del mercato del lavoro, col rischio di riproporre vecchie contrapposizioni” si legge, infine, nel comunicato.
Da Confindustria al Pd: un coro di protesta
Sulla stessa lunghezza d’onda di Confindustria si muovono tutte le opposizioni. il Pd critica il provvedimento direttamente attraverso le parole dell’ex premier Paolo Gentiloni secondo il quale il decreto “non favorisce gli investimenti in Italia e il lavoro di qualità ma introduce soltanto nuovi ostacoli per il lavoro”. L’ex ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, attraverso un tweet, dichiara che il Decreto dignità “avrà due effetti: diminuire l’occupazione e gli investimenti al Sud (e le reindustrializzazioni)”, mentre secondo il prof. Pietro Ichino “la dignità del lavoro non dipende dall’inamovibilità, anzi, al contrario l’eccesso di protezione della stabilità del posto, talvolta, favorisce una perdita di dignità del lavoro”.
La difesa di Conte e di Di Maio
Ma Conte e Di Maio cercano di smorzare i toni e difendono a spada tratta il provvedimento. Il decreto, dice il ministro del Lavoro,”tutela i lavori onesti, senza danneggiare le imprese oneste. Siamo dalla parte degli imprenditori”. “Il provvedimento non è in contrasto col mondo imprenditoriale, anzi adotteremo misure per favorire la crescita economica”, ha tranquillizzato il Presidente del Consiglio. Dunque non ci resta che aspettare e vedere quali saranno gli effetti.