Non è bello ciò che è bello ma è bello ciò che piace. Si sa, la bellezza è un concetto altamente soggettivo ma allo stesso tempo non si esclude un ideale di bellezza universalmente riconosciuto: Adone. Chi è Adone e perché si usa ancora il suo nome?
Origine mitologica
Adone non è altro che il frutto della relazione incestuosa tra Cinira, re di Cipro, e sua figlia Mirra, rispettivamente padre e figlia. Mirra figlia, non potendo più sopportare l’idea di struggersi d’amore per il padre, venne trasformata nell’albero che porta il suo nome. Dalla resina prodotta da tale albero nacque Adone.
Ovidio, nelle Metamorfosi, scrive del parto:
“At male conceptus sub robore creverat infans/ quaerebatque viam, qua se genetrice relicta/ exsereret […] dat gemitus arbor lacrimisque cadentibus umet […] arbor agit rimas et fissa cortice vivum/ reddit onus” (libro X, vv 503-517) e cioè “la creatura concepita nel peccato cresceva sotto l’albero/ e cercava una strada tramite la quale lasciare la madre e venire fuori […] l’albero emise dei gemiti e stillava abbondanti lacrime. […] la corteccia si spaccò e attraverso le fenditure fu emesso il bambino”.
Il bimbo appena nato venne subito preso da Afrodite che lo diede in seguito a Persefone, regina dell’Erebo affinché se ne prendesse cura. Man mano che Adone cresceva diventava sempre più bello, molto avvenente e con una certa prestanza fisica e ciò non passò inosservato alla dea dell’Amore che decise di riprenderselo facendolo diventare il suo amante. Persefone fu però contraria alla cosa e allora intervenne Zeus che stabilì la permanenza del ragazzo per un egual periodo alternandosi tra le due contendenti.
Fatale per Adone fu il giorno in cui si trovò davanti un cinghiale, scagliato da Ares, che lo assalì provocandogli la morte. Inutile dire quanto triste Afrodite che lo pianse amaramente. Dalle sue lacrime per l’amato perduto nacquero gli anemoni.
Significato ed uso di Adone
Il nome del personaggio mitologico ha attraversato i secoli ed è stato usato in passato come un canone di bellezza maschile: forza, vigore, bellezza, avvenenza e prestanza fisica. Oggi più che mai tale canone continua ad essere sentito: basti pensare al fatto che ci sono sempre più iscrizioni in palestra in virtù del miglioramento del proprio aspetto fisico. “Sembra un adone” direbbe una ragazza alla vista di un ragazzo impegnato a fare esercizi in sala pesi.
In realtà il termine è spesso più usato in tono ironico “si crede un adone quando non lo è affatto!” proprio per marcare la contraddizione che c’è in una persona che si crede appunto un adone solo perché va in palestra e si atteggia da macho quando le sue caratteristiche fisiche non glielo permettono. Il risultato potrebbe essere catastrofico!