Si sono appena chiuse le urne in Svezia, dove fino alle ore 20 i cittadini sono stati chiamati per rinnovare il proprio parlamento e, di conseguenza, nominare un nuovo governo. I dubbi prima della tornata elettorale erano molti, come da copione il tracollo dei partiti tradizionali e – nel contempo – la non affermazione completa dei partiti estremisti causa una situazione di instabilità.
I primi exit-poll vedono i socialdemocratici come prima forza politica del paese sotto il 26% delle preferenze, lotta per il secondo posto tra i moderati (17,8%) e i Democratici Svedesi, il partito nazionalista di destra balzato al top dei consensi sull’onda anti-immigrazionista. Quest’ultimo, sempre secondo gli exit poll, arriverebbe al 19,2% dei consensi ottenendo un risultato storico.
Socialdemocratici 26,2%
Democratici Svedesi 19,2%
Moderati 17,8%
Sinistra 9%
Centristi 8,9%
Cristiano-democratici 7,4%
Liberali 5,5%
Verdi 4,2%#val2018#maratonaYouTrend— YouTrend (@you_trend) September 9, 2018
Quasi sicuramente per governare ed ottenere la maggioranza in parlamento sarà necessario un accordo tra i moderati ed i socialdemocratici, quest’ultimi radicati nella tradizione politica svedese. Ad ogni modo non si può escludere l’appoggio esterno degli ultranazionalisti. I liberali sono al 5.5% mentre i cristiano-democratici al 7.4%. Sinistra unita e centristi al 9% ciascuno.
Aggressioni fasciste ai seggi in Svezia
Si sono registrate tensioni fuori ad alcuni seggi dove sono nati scontri tra militanti di Democrazia Svedese ed antagonisti, non si sono registrati feriti ma alcuni fermi di polizia.
Inoltre sono stati registrate tre irruzioni nei seggi di Movimento di resistenza nordica, i cui militanti hanno cercato di disturbare le operazioni di voto, usando violenza contro chiunque opponesse resistenza. La situazione, in attesa dei dati reali, rimane comunque molto tesa.