Le famiglie italiane hanno a disposizione un patrimonio quantificabile in circa 4 mila miliardi di euro di risparmi: se negli anni passati chi decideva di far fruttare queste somme si rivolgeva in prevalenza su mattone o BoT e BTp, oggi lo scenario finanziario è molto cambiato, sia per questioni strutturali (basti pensare alla crisi economica, alla liquidità dell’asset della casa o allo scarso rendimento dei tassi sui titoli di Stato) che per motivi per così dire tecnici.
Cambiati gli scenari finanziari
In particolare, con l’avvento della tecnologia le dinamiche di mercato sono diventate ancora più complesse ed è sempre più fondamentale conoscere le leve per investire, specialmente in contesti innovativi in cui a governare sono algoritmi, intelligenza artificiale e prodotti finanziari sofisticati. Basta pensare a pratiche come il social trading, ben descritto anche su investingoal.com, che consente di “copiare” le strategie di broker professionisti attraverso network come eToro o Zulutrade per averne conferma.
La tutela della Consob agli investitori
Un quadro così variegato, nel quale peraltro ottenere ritorni convenienti sui portafogli è sempre più complicato e la propria soglia di accettazione del rischio diventa sempre più alta, non mancano dei “problemi”, a cominciare dalla scarsa affidabilità di operatori e promotori. Un tema, questo, che vede nella Consob (e negli altri organismi di vigilanza nazionali) e nel suo registro delle società autorizzate in Italia degli alleati fondamentali, e che da alcuni mesi ha visto anche i primi interventi della Esma.
Nuovi poteri alla Esma
Con questo nome si identifica l’autorità europea che vigila sui mercati finanziari, istituita nel 2011 ma solo da gennaio 2018 resa più “forte”, con l’estensione del potere di vietare il collocamento di strumenti finanziari rischiosi: e così, l’ente ha studiato il panorama degli investimenti finanziari online e ha prodotto, agli inizi di giugno, le prime misure restrittive rivolte alla clientela retail, bloccando di fatto le opzioni binarie e imponendo forti limitazioni alla vendita di Cfd (contratti per differenza).
Lo stop alle opzioni binarie in Europa
È poi notizia di queste settimane che l’Esma ha ulteriormente esteso i bandi contro le due forme di investimento fino al termine dell’anno, prolungando le restrizioni per altri tre mesi come previsto dalle misure estive. Il presidente dell’autorità, Steven Maijoor, ha commentato che le decisioni “rappresentano un passo significativo verso una maggiore protezione degli investitori nell’Unione europea“; in particolare, “le nuove misure sui Cfd, per la prima volta, garantiranno che gli investitori non possano perdere più denaro di quanto hanno investito, limitare l’uso di leva finanziaria e fornire avvertenze di rischio comprensibili per gli investitori“.
Nuove regole per i CFD
Importante anche il giro di vite sulle opzioni binarie, prodotti che hanno attratto molti investitori negli anni passati grazie alla promessa di facili guadagni, ma che spesso si sono trasformate in trappole che erodono tutto il capitale investito, con scarsa (o nulla) trasparenza a tutela dei risparmiatori, spesso ignari della pericolosità di questo prodotto. Problematica simile è stata riscontrata sui Cfd, contratti derivati aperti ai piccoli investitori che consentono di prendere posizione su svariate asset class senza possederne il sottostante: in questo caso, non è stato imposto un blocco totale, ma si è deciso di rivedere le leve finanziarie a seconda dell’investimento sottostante, per maggior protezione dei clienti.