Una delle preoccupazioni maggiori da parte dei cittadini, quando viene varata la Legge di Stabilità del governo, cioè la delicata manovra finanziaria di fine anno, sono i possibili rincari e le possibili accise che, al fine di assicurare le dovute coperture alla manovra, finiscono quasi sempre per aumentare il prezzo di beni e servizi.
E’ accaduto anche stavolta, nonostante questo si sia autodefinito il “governo del cambiamento” e nonostante la Legge di Bilancio 2019 sia stata presentata da Conte e Tria come una manovra espansiva, che dovrebbe contenere, cioè, per definizione, aumenti di spesa o tagli di tasse.
La scelta del governo, quindi, è caduta sulla prima di queste due possibilità: per finanziare gli aumenti di spesa corrente come reddito di cittadinanza e riforma delle pensioni sono destinate ad aumentare le tasse sulle sigarette, sui sigari e sui tabacchi e si prevede un incremento anche sulle accise per il gioco d’azzardo.
Aumento delle sigarette: cosa prevede la manovra
La prova che l’aumento sia ad alto rischio è contenuta nella bozza della manovra, datata 23 ottobre, nella quale sono stati inseriti due articoli intitolati “disposizioni in materia di tassazione dei tabacchi lavorati” e “disposizioni in materia di tabacchi lavorati”.
Nell’articolo 87 si specifica che l’aumento riguarderà tutte le fasce di prezzo e nella relazione tecnica che accompagna la manovra si legge che “l’incremento della fiscalità potrebbe essere recuperato dai produttori con un aumento dei prezzi di vendita di circa 10 centesimi per ogni pacchetto di 20 sigarette, per tutte le fasce di prezzo (alti, medi e bassi)“.
L’aumento, dunque, “potrebbe essere recuperato” dai produttori e non è automatico: questo vuol dire che i produttori potrebbero anche decidere di non applicare nessuna variazione al prezzo applicato ai tabacchi.
Nel complesso, dalla manovra si attendono per il 2019 rincari della tassazione per i tabacchi di circa 132,6 milioni così ripartiti: quasi 108 milioni per le sigarette, 22,5 milioni per il tabacco trinciato e circa 1,8 milioni per i sigari.
Nessun riferimento al taglio delle accise sul carburante mentre per il gioco d’azzardo si prevede un gettito quasi doppio, circa 240 milioni di euro, attraverso un aumento dello 0,5% del PREU, il prelievo erariale unico sugli apparecchi del gioco d’azzardo, “macchinette” e videolottery.