Caos più totale nel governo gialloverde. La Manovra Finanziaria varata dal governo Lega-Movimento 5 Stelle potrebbe cambiare ancora una volta. E, questa volta, potrebbe farlo in un modo inatteso. Dopo la bocciatura da parte della Commissione Europea, arrivata nelle scorse settimane, segnali di forte nervosismo si sono riscontrati all’interno della maggioranza.
In un primo momento, il governo aveva espresso la volontà di non modificare la manovra. Secondo autorevoli esponenti del governo, gli economisti al lavoro avrebbero fornito una spiegazione “adeguata” per il deficit del 2,4% in un dossier “molto tecnico di tante pagine”.
Eppure è proprio allora che è cominciato il dietrofront di Di Maio e Salvini. La necessità di fare i conti con la realtà e il timore dell’avanzamento della procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea, hanno spinto, difatti, i due giovani leader a chiedere al premier Conte e al ministro Tria di “rivedere qualcosa”.
Come potrebbe cambiare la Manovra
In sostanza, la Manovra ha previsto 16 miliardi da spendere nel 2019. Di questi, 9 sono necessari per implementare il reddito di cittadinanza (di cui 1 miliardo per la riforma dei centri per l’impiego e 8 di reddito effettivo) e 7 consentirebbero quota 100, per superare la legge Fornero.
Ora, il governo sta ragionando di abbassare il deficit portandolo al 2,2%. Ma una riduzione dello 0,2% del Pil (dal 2,4% al 2,2%) corrisponde a una variazione di 3-4 miliardi sui miliardi stanziati. Ci sarebbero così meno miliardi a disposizioni per finanziare reddito e pensioni, che risulterebbero, inevitabilmente, più bassi rispetto a quanto stimato.
Da qui la possibile idea di ridurre la platea degli aventi diritto, andando ad individuare direttamente i possibili beneficiari delle misure. In questo modo sarebbe possibile lasciare inalterato l’importo erogato e, allo stesso tempo, consentire un deficit coerente con gli obiettivi europei.
Le dichiarazioni del governo
Il governo, comunque, ci ha tenuto a precisare che non si tratta di un piano B. “Non ci interessano i numerini ma gli obiettivi. E quelli restano: reddito di cittadinanza, pensioni di cittadinanza, il superamento della Fornero andando in pensione a quota 100. Sono le modalità che possono cambiare, e se possono cambiare, cambiano”, ha dichiarato il vicepremier Di Maio.
Inoltre, tramite un comunicato, il governo chiarisce la propria volontà di “tenere vivo il dialogo in corso con le istituzioni europee”, attraverso sforzi congiunti di raggiungimento di obiettivi prefissati.
I dubbi di Tria
Ma il Ministro dell’Economia Giovanni Tria nelle ultime uscite è apparso piuttosto stanco e nervoso. Il Ministro “tecnico” dell’esecutivo gialloverde si trova nelle difficile veste di mediatore tra il governo e l’UE. Un ruolo scomodo che lo ha portato, in queste ore, a non rispondere alle domande dei parlamentari sulla manovra, che rimane ancora ferma al primo passaggio parlamentare.
Se i dubbi di Tria si tramutassero in serie riflessioni sulla sua posizione, non è da escludere l’ipotesi di dimissioni, come riportato, oggi, dal Corriere. Un’ ipotesi che sarebbe una vera sciagura per tutto il nostro Paese.