Dopo settimane di modifiche e cambiamenti, è stato finalmente approvato in Consiglio dei Ministri il testo finale del Decreto attuativo su Quota 100 e Reddito di Cittadinanza. Le due misure rappresentano, senza dubbio, il cuore della Legge di Bilancio varata dal Governo, nonché i cavalli di battaglia delle due forze che compongono l’attuale maggioranza, rispettivamente Lega e Movimento Cinque Stelle.
Se sul Reddito di Cittadinanza il testo finale del Decreto ha confermato gli aspetti già previsti nelle precedenti bozze, novità importanti emergono in tema Quota 100. In conferenza stampa, sul cartello di Salvini, “Quota 100” è stata l’unica scritta a comparire, come a volersene attribuire l’assoluta paternità e, allo stesso tempo, a rimarcare un netto distacco con gli alleati di governo.
Quota 100 è stata così annunciata dal leader del Carroccio:
Dedico questa decina di paginette alla Signora Fornero a al Signor Monti, che ancora non se ne fanno una ragione. Fortunatamente decidono gli italiani e non la signora piangente che ha fatto piangere milioni di italiani. Un milione di italiani avranno questa possibilità. E’ un punto di partenza, non un punto di arrivo: quindi si prepari a piangere ancora la Signora Fornero perchè l’obiettivo finale è quota 41.
Come andare in pensione con Quota 100
In sostanza, il provvedimento voluto da Salvini consentirà di andare in pensione prima: precisamente dal 1 Aprile per i lavoratori privati mentre dal 1 Agosto per gli statali. Per accedere al pensionamento anticipato, i lavoratori privati dovranno aver maturato i requisiti entro il 31 Dicembre 2018 (e poi ogni 3 mesi dal raggiungimento dei requisiti), mentre gli statali potranno accedere al pensionamento anticipato se hanno maturato i requisiti all’entrata in vigore del decreto (e poi ogni 6 mesi dal raggiungimento dei requisiti).
I requisiti prevedono 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Per le donne, inoltre, resta in vigore “l’opzione donna”, per far andare in pensione le donne a 58 anni con almeno 35 anni di contributi.
Contrariamente alla Legge Fornero, per i lavoratori precoci, infine, non si applicano gli adeguamenti alla speranza di vita e potranno, quindi, andare in pensione con 41 anni di contributi.