Si è tanto parlato dell’impatto potenziale dell’introduzione del nuovo sistema di fatturazione elettronica e dei problemi consequenziali che tale novità poteva indurre nell’attività di aziende e liberi professionisti.
Ora che il Primo Gennaio 2019 è stato superato e il sistema di fatturazione elettronica è entrato a pieno regime, si può dire che la sua introduzione sia stata fortemente meno traumatica di quanto previsto, incluso il codice Sdi, considerato uno dei principali punti interrogativi alla vigilia.
Secondo i dati riferiti dal Ministro Tria, a oggi, il sistema ha gestito la bellezza di 8,1 milioni di fatture elettroniche, registrando un tasso di scarto del 7,3%, mentre nella prima fase dell’introduzione del sistema era al 30%.
Non sono state registrate nemmeno anomalie rilevanti, sebbene qualche problemino tecnico sia stato segnalato da alcuni commercialisti.
Un’introduzione quindi buona, che ha cancellato i molti dubbi che giravano intorno a questo nuovo sistema di fatturazione.
Una novità che, secondo i dati dell’Osservatorio Fatturazione elettronica & e-commerce B2b della School of Management del Politecnico di Milano, coinvolge il 56% delle partita IVA esistenti e circa 2,8 milioni di imprese.
Per il 2019 la previsione di gestione da parte del Sistema di Interscambio predisposto dall’Agenzia delle Entrate è di 3 miliardi di fatture.
Meno traumatico del previsto è stato anche l’impatto avuto dai soggetti obbligati all’emissione di fattura elettronica e le relative nuove modalità operative.
Questo risultato è stato possibile anche grazie alla possibilità di gestire le fatture online in modo rapido, efficiente e veloce, attraverso appositi software come quello messo a disposizione da Fatture in Cloud, che permette una gestione delle fatture semplice ed efficace, un vero gestionale completo di modelli personalizzabili, preventivi, invio mail e notifiche e tanto altro ancora che agevolano il possessore di partita IVA.
Al momento sono esonerati dall’obbligo di fatturazione elettronica circa 2,2 milioni di contribuenti: dai medici, alle farmacie, agli operatori sanitari, alle imprese o lavoratori che rientrano nei regimi di vantaggio o forfettario, i piccoli produttori agricoli, le società sportive dilettantistiche e i soggetti non residenti in Italia.
Un sistema, quello della fatturazione elettronica, che mira a punire in modo severo l’evasione, i trasgressori rischiano sanzioni amministrative comprese tra il 90% e il 180% dell’imposta relativa all’imponibile non correttamente documentato.
L’Italia, insieme al Portogallo, è l’unico paese europeo ad avere introdotto questo sistema di fatturazione elettronica per operazioni tra privati. Questo per ridurre il gap che divide il gettito previsto da quello realmente riscosso: 25,9%, il terzo più alto nel territorio UE dopo la Romania e la Grecia.
L’Agenzia delle Entrate ha stimato che l’obbligo di fatturazione elettronica potrà consentire un recupero di gettito IVA pari a circa 1,97 miliardi di euro, un contrasto all’evasione che sarà possibile grazie al sistema che permette di fare controlli di congruità tra IVA dichiarata e quella versata, andando a generare una sorta di blocco per quelle operazioni che possono risultare sospette.
Dopo i primi 15 giorni di entrata in vigore, il nuovo sistema di fatturazione si è rivelato non poi così tragico come era stato dipinto da alcuni: si tratta di un sistema che sicuramente può essere migliorato ma che rappresenta uno slancio del nostro paese verso il futuro, anche su un tema delicato come quello fiscale.