Questa volta ad esser giudicata è stata la giustizia italiana. La peggiore d’Europa, secondo la Commisione europea. I tempi sono stati osservati dalla commissione europea e giudicati lenti ed inefficienti. Per arrivare ad una sentenza di primo grado in Italia, ci vuole un anno e mezzo. Più di 2 anni per le sentenze di secondo grado. Per la sentenza definitiva ci vogliono oltre 3 anni.
Secondo i dati raccolti dalla valutazione annuale della giustizia della commissione europea, hanno saputo fare peggio di noi solo Portogallo, Malta e Cipro.
Gli stipendi dei giudici coprono le spese degli investimenti che lo Stato versa per la giustizia
Eppure come spese per la giustizia, l’Italia risiede al 9° posto tra i paesi dell’Ue. Sono 96 euro per cittadino i soldi che lo stato investe per mantenere la macchina della giustizia. Troppi? Troppo pochi? Forse, ma il problema risiede nel fatto che il 63% di questi investimenti, serve per coprire gli stipendi dei giudici e del personale dei tribunali. Da considerare anche che in Italia ci sono 10 giudici ogni 100mila abitanti, a differenza di altri paesi europei che arrivano sino a 40 giudici ogni 100mila abitanti.
Invece per i Tar (Tribunali amministrativi regionali) i risultati sono in controtendenza. Infatti a livello regionale ed amministrativo i tempi per arrivare ad una sentenza si riducono addirittura di un mese.
In merito alla giustizia e alle sfide che essa deve affrontare, le ultime dichiarazioni del commissario europeo Vera Jourova sono state tutt’altro che positive definendo l’Italia un paese dove “si stanno invertendo le tendenze positive”.
Gli italiani sono sfiduciati riguardo l’indipendenza dei giudici
Le opinioni degli italiani nei confronti della giustizia sono tutt’altro che positivi. Solo il 37 percento crede che i giudici siano indipendenti. Siamo di fronte, quindi al 63 percento di sfiducia verso i giudici e la giustizia. Numeri peggiori per quanto riguarda la fiducia nei giudici e nella giustizia si sono riscontrati solo in Spagna, Bulgaria, Slovacchia, e Croazia.