Il premier Giuseppe Conte ha comunicato di rassegnare ufficialmente le dimissioni dal ruolo di presidente del Consiglio dopo una lunga discussione tenuta in aula, in cui ha delineato in maniera semplice e chiara i punti focali che hanno portato alla fine del governo giallo-verde, durato 14 mesi nonostante le divergenze politiche tra le controparti. La crisi in atto compromette la prosecuzione di questo governo. Per tale motivo Conte si recherà al Quirinale per ufficializzare la propria decisione.
Il premier articola il suo discorso in cinque punti fondamentali:
- “Mossa di Salvini grave”;
- “Governo nato per intercettare l’insoddisfazione dei cittadini”;
- “Viola l’impegno che Salvini aveva sottoscritto nel contratto coi 5 Stelle: impegno delle parti a discuterne coi principi di buona fede”;
- “Crisi in agosto comporta elezioni anticipate in autunno”;
- “La crisi irrompe” in un momento delicato nel rapporto con l’Ue, dove si concludono le nomine dei commissari, rilievo centrale dell’Italia in Europa.
Cinque punti che stanno alla base della formalizzazione della crisi di governo per cui, a dire di Conte, Salvini “avrebbe inseguito interessi personali e di partito”. Immediato l’applauso del Senato, frammisto d’ironia da parte dei leghisti e di gratitudine dal resto del parterre politico.
Conte sottolinea come nonostante la presentazione della mozione di fiducia da parte della Lega, la controparte “non ritiri i propri ministri”.
A seguito delle repentine accuse da parte del premier nei confronti della Lega, Salvini ha manifestato il proprio dissenso. Ennesima stoccata di Conte che ha rivolto al ministro dell’Interno un chiaro attacco: “Caro Matteo hai annunciato l’assunzione dei pieni poteri e hai evocato il ritorno della gente nelle piazze. Questa cosa mi preoccupa”. Mancanza di “cultura delle regole”, legata ad episodi che hanno frenato l’azione governativa.
Vicenda russa, legata ai presunti finanziamenti alla Lega, sostiene Conte, meriterebbe una più chiara attenzione e chiarezza. Colpito da una notevole “foga comunicativa”, continua il premier, ha invaso il settore di competenza di altri ministri, criticando pubblicamente il loro operato.
Un’ultima osservazione, conclude Conte, il fatto di non accostare a slogan politici simboli religiosi. “Comportamenti che non hanno nulla a che vedere col principio di libertà religiosa, ma frutto d’incoscienza che potrebbe offendere il credo dei religiosi e il principio di laicità dello Stato”.
La Lega è stata l’acteur della crisi. Un suggerimento ai cinquestelle: “Non farsi influenzare e trarre il bilancio con risultati alla mano”. Il discorso di Conte si è basato principalmente sul rispetto della “cultura politica”.
Conte ha annunciato la complessità della crisi di governo ma nonostante ciò, sentenzia, “la politica deve fare in modo di accreditare l’Italia, già avanti nell’utilizzo delle energie rinnovabili”:
La posizione di Matteo Salvini
Dai banchi della Lega Salvini formalizza la rottura: “Mi dispiace che lei mi ha dovuto mal sopportare per un anno, l’ho scoperto oggi”. E ha ribadito che avrebbe “rifatto la medesima cosa”, con la “convinzione di essere un uomo libero e di non aver paura del giudizio degli italiani”. Immediata la replica al premier Conte: “Bastava un Saviano di turno, un Renzi ma non il Presidente del Consiglio”.
“Critica surreale è non si fanno le crisi ad agosto, settembre sì ma ad agosto no”. Salvini sottolinea la presenza di problemi non indifferenti. Ridotta natalità, immigrazione incontrollata e disoccupazione sono i problemi che attanagliano il Paese.
La rottura del governo, ribadisce Salvini, è dovuto ai repentini “NO” di alcune controparti politiche. Crescita, prosperità, benessere e coraggio, sostiene Salvini, sono i fattori importanti per rilanciare l’Italia e non si vergogna di aver chiesto “la protezione del cuore Immacolato di Maria”, in virtù del credo religioso che caratterizza “il popolo italiano”. Ennesima stoccata al premier Conte. “Omnia vincit amor”, conclude il vicepremier. “Gente libera che risponde al popolo italiano e non alla Merkel e a Macron. Un popolo sovrano costituito da figli che hanno una mamma e un papà”. Immediata la replica della Cirinnà.
“La libertà consiste nel non avere nessun padrone e io non voglio l’ìItalia schiava di nessuno” ha aggiunto, citando Cicerone. “Sono un uomo libero, chi ha paura del giudizio del popolo italiano non è un uomo o una donna libero. In quest’aula ci sono donne e uomini liberi e uomini e donne meno liberi. Chi ha paura del giudizio degli italiani non è libero. È il sale della democrazia. Ho la grande forza di essere un uomo libero”.
“Per non votare a ottobre ci sono parlamentari che appoggerebbero pure il governo della Fata Turchina” ha detto ancora il ministro dell’Interno a palazzo Madama, sfidando il M5S a fare un governo con il Pd di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi. ”Vediamo se ci sarà la voglia e la forza di andare al voto. Io sono un uomo libero, non ho paura del giudizio degli italiani”.