Nella mattinata del 12 Febbraio si è discusso in aula al Senato sulla richiesta della magistratura di processare il senatore Matteo Salvini per il caso Gregoretti. I fatti risalgono al 31 luglio 2019, quando 131 migranti rimasero fermi al largo delle coste italiane per quattro giorni. Anche in questo caso, come fu per la Diciotti, i magistrati indagano per sequestro di persona.
La mattinata, dedicata agli interventi, è stata quindi incandescente. Il centrodestra è orientato per negare l’autorizzazione, ma Salvini dice di aver chiesto ai suoi senatori di votare per mandarlo a processo. Il centro-sinistra e il Movimento 5 Stelle si dicono favorevoli alla richiesta.
È facile immaginare come, se si ripetesse la situazione di voto di qualche settimana fa nella Commissione Parlamentare, la mozione potrebbe facilmente essere accolta e Salvini potrebbe presto andare a processo.
La descrizione della giornata di voto: tensioni e litigi
Le procedure di voto saranno aperte a partire dalle ore 15: il voto sarà palese e secondo il regolamento del Senato dovrà esserci una maggioranza assoluta. Le operazioni di voto continueranno anche nel tardo pomeriggio ed i risultati saranno resi noti alle ore 19.
Intanto la dialettica parlamentare va avanti. Salvini riferisce di non aver paura del processo e argomenta così la sua affermazione:
Sono testardo, ho una parola e una faccia. Continuo a chiedere ai miei parlamentari di votare per il processo. Il giudizio vero lo darà il popolo non la magistratura. So che può essere un precedente ma oltre alle valutazioni politiche faccio valere le valutazioni umane. Non ne posso più di passare per criminale. La rabbia e il rancore non dovrebbero essere in questa Aula.
Conclude, poi, citando Indro Montanelli:
L’unico consiglio che do è combattete per quello in cui credete, magari perderete tante battaglie, ma vincerete quella davanti allo specchio
Tuttavia la difesa di Salvini non si è fermata solo a questo intervento. Ha prima detto di essere in disaccordo con la collega di partito Bongiorno, che gli aveva vivamente sconsigliato di indurre i senatori leghisti ad allinearsi al voto della maggioranza.
La discussione è poi continuata con la menzione dei figli di Salvini da parte del diretto interessato e il discorso sul ruolo del “papà”:
Hanno il diritto di ritenere che il loro papà è lontano da casa non per sequestrare persone ma per difendere i confini. (…) Ho difeso la patria. Non voglio un premio ma se ci deve essere un processo che ci sia. Non ho agito da solo
Il senatore ha anche puntato il dito contro i banchi del Governo, a suo dire vuoti. Scatta quindi la protesta di PD e M5S mentre la Casellati cerca di ripristinare l’ordine. La discussione, quindi, si conclude con la votazione, i cui esiti saranno pubblicati nelle prime ore della serata.