Nella tarda serata del 25 aprile la Rai ha dedicato una puntata di Techetechetè a Renato Zero (che aveva inneggiato alla rete nazionale con la celebre “Viva la Rai”), sfoderando dagli archivi il meglio della carriera del fenomeno italiano che ha esordito negli anni settanta e oggi, dopo circa 50 anni dal debutto, è sempre intramontabile.
Dai programmi di nicchia ai serali del sabato abbiamo visto un Renato Zero in tutte le versioni. Il trucco, la scena, i costumi e tutto il resto della sua arte magica che hanno fatto di lui un vero e proprio mito tutto italiano.
La lunga carriera di Renato Zero
Renato Fiacchini, questo il suo nome all’anagrafe, cresce all’interno di un contesto fortemente ligio alle regole, come più volte lo stesso “cantattore” ha rivelato, da papà militare; pare che prima di andare incontro ai suoi travestimenti e concerti lasciasse la casa facendosi sempre il segno della croce. Anche questi dettagli ci raccontano di un’anima come quella di Renato Zero.
Sempre limpido, sempre se stesso e soprattutto “vero”. Vedendolo esibirsi si fa fatica a decidere se sono più belle le canzoni o il modo in cui le interpreta. La rai ci ha presentato tutto il meglio di una carriera entusiasmante ma anche di una persona che non ha mai fatto mistero dei suoi conflitti e delle sue vulnerabilità.
E ciò che di Renato Zero è sempre piaciuto alla gente, più che la rottura degli schemi e la sua zerofollia, è stata senz’altro la capacità di esprimersi con libertà. Evitando allo stesso tempo che si facessero e si facciano gossip sulla sua vita privata. Piuttosto tenendola abilmente secretata, come giusto che sia.
Un Renato Zero impiumato e impaiettato. Con abiti ingombranti e tute attillatissime. Era così magro che sembrano veritieri i racconti di chi afferma averlo visto quasi svenire perché mangiava pochissimo. Ma questo è relativo a fronte di ciò che ci ha regalato.
Le canzoni migliori della puntata
“Più su” è una poesia in musica dove le parole ci parlano di un uomo che è arrivato così in alto da domandarsi “Perché mi trovo qui se non conosco amore?”. Chi non si è emozionato almeno una volta a sentirlo? Chi non si ferma per sentire cosa ha da dirci? Con quell’aria mai impaziente, a dispetto dell’energia che pervade le sue esibizioni, intrise di sentimento.
In un momento della trasmissione che gli è stata dedicata, nel corso di un’intervista, a commento di uno dei suoi più grandi successi “I migliori anni della nostra vita”, alla domanda di quali fossero stati per lui i migliori anni della sua vita, Renato Zero risponde come solo lui poteva rispondere…prima appare un momento esitante e poi “Sono quelli che ci saranno da ora in poi”. Non mi meraviglio che abbia dato quella risposta; che è il senso poi della vita. Viva Renato Zero, e tutti quelli che come lui, sfruttando il proprio talento, ci regalano un’emozione.