L’emergenza coronavirus ha provocato una brusca frenata al momento positivo del mercato immobiliare, che da qualche anno segnava un aumento del numero di compravendite, anche favorita da una ripresa dell’erogazione di mutui per l’acquisto di abitazioni.
Nel 2019 le compravendite immobiliari hanno superato quota 600 mila nel comparto residenziale e per l’anno in corso si prospettava una tendenza simile, accompagnata da una lieve ripresa dei prezzi.
Ma per il futuro cosa attenderci dal mercato del real estate?
L’abbiamo chiesto a Bruno Vettore, uno dei manager più esperti e noti del settore
“Ritengo che, in prima battuta, ci sarà certamente una flessione della domanda abitativa ma che le esigenze verranno semplicemente differite di qualche mese. Credo invece che sarà una domanda maggiormente selettiva, ovvero rivolta a soluzioni che possano garantire una migliore qualità abitativa”
Per quale motivo questa ricerca di qualità abitativa?
“Questo lungo periodo di quarantena ha permesso a tutti di “conoscere” meglio la propria casa, di viverla in tutte le sue particolarità, nei pregi e nei difetti. E quindi le persone hanno compreso di avere determinate necessità alle quali prima davano meno importanza. Un terrazzo abitabile, una certa luminosità, uno spazio per lo smart working oppure per permettere ai figli di studiare con calma e di seguire le lezioni on line, questi sono solo alcuni esempi.”
Quale sarà il trend del mercato immobiliare?
“Credo che per il 2020 ci sarà una flessione delle compravendite nell’ordine del 22/25% ed un decremento medio dei prezzi intorno al 5/8%. Ovviamente si tratta di indicazioni di massima, che variano molto da città a città. L’immobile comunque rimarrà un bene rifugio ed un solido investimento per il futuro, soprattutto in relazione alla volatilità del mercato borsistico ed all’incertezza dell’economia internazionale”