Oggi 6 gennaio, Papa Francesco ha celebrato nella Chiesa di San Pietro la solenne messa dell’Epifania, festività cristiana che celebra l’arrivo dei Re Magi a Betlemme, in adorazione per la nascita di Cristo.
“Questi uomini – ha detto il Pontefice – hanno visto una stella che li ha messi in movimento. Non era una stella che brillò in modo esclusivo per loro né avevano un DNA speciale per scoprirla. Non si misero in cammino perché avevano visto la stella ma videro la stella perché di erano messi in cammino. Avevano il cuore aperto all’orizzonte e poterono vedere quello che il cielo mostrava perché c’era in loro un desiderio che li spingeva, erano aperti a una novità. I magi, in tal modo, esprimono il ritratto dell’uomo credente, dell’uomo che ha nostalgia di Dio; di chi sente la mancanza della propria casa, la patria celeste. Riflettono l’immagine di tutti gli uomini che nella loro vita non si sono lasciati anestetizzare il cuore”.
“La santa nostalgia di Dio ci permette di tenere gli occhi aperti davanti a tutti i tentativi di ridurre e di impoverire la vita. La nostalgia di Dio ci tira fuori dai nostri recinti deterministici, quelli che ci inducono a pensare che nulla può cambiare. La nostalgia di Dio è l’atteggiamento che rompe i noiosi conformismi e spinge ad impegnarci per quel cambiamento a cui aneliamo e di cui abbiamo bisogno. La nostalgia di Dio ha le sue radici nel passato ma non si ferma lì, va in cerca del futuro. Il credente ‘nostalgioso’, spinto dalla sua fede, va in cerca di Dio, come i magi, nei luoghi più reconditi della storia, perché sa in cuor suo che là lo aspetta il suo Signore. Va in periferia, in frontiera, nei luoghi non evangelizzati, per potersi incontrare col suo Signore, e non lo fa affatto con un atteggiamento di superiorità, lo fa come un mendicante che non può ignorare gli occhi di colui per il quale la Buona Notizia è ancora un terreno da esplorare”.
Parole di conforto queste di Francesco, all’indomani dell’incontro con le popolazioni colpite dal terremoto del Centro Italia, avvenuto nell’Aula Paolo VI all’interno delle mura vaticane, con una delegazione di oltre ottocento persone provenienti da Marche, Umbria ed Abruzzo.
“A Betlemme, c’era una promessa di novità, una promessa di gratuità. Lì stava accadendo qualcosa di nuovo. I magi poterono adorare perché ebbero il coraggio di camminare e prostrandosi davanti al piccolo, prostrandosi davanti al povero, prostrandosi davanti all’indifeso, prostrandosi davanti all’insolito e sconosciuto Bambino di Betlemme scoprirono la Gloria di Dio”, ha concluso il Santo Padre.