Torna a mettere in luce nuove caratteriste sulla vita di Gesù, Papa Francesco nell’omelia della Santa Messa mattutina di oggi, 10 gennaio 2017, presso la cappella della Casa di Santa Marta.
“Gesù serviva la gente – afferma il Pontefice – spiegava le cose perché la gente capisse bene: era al servizio della gente. Aveva un atteggiamento di servitore, e questo dava autorità. Invece, questi dottori della legge che la gente ascoltava, rispettava ma non sentiva che avessero autorità su di loro, questi avevano una psicologia di principi: ‘Noi siamo i maestri, i principi, e noi insegniamo a voi. Noi comandiamo, voi obbedite’. E Gesù mai si è fatto passare come un principe: sempre era il servitore di tutti e questo è quello che gli dava autorità”.
Il paragone del Santo Padre, si riferisce agli scribi del tempio ed alla loro autorità che veniva ostentata e non professata: “Gesù non aveva allergia alla gente: toccare i lebbrosi, i malati, non gli faceva ribrezzo. Gli scribi erano staccati dalla gente, non erano vicini. Gesù era vicinissimo alla gente, e questo dava autorità. Quelli staccati, questi dottori, avevano una psicologia clericalistica: insegnavano con un’autorità clericalistica, cioè il clericalismo”.
“Gesù viveva quello che predicava, c’era come una unità, un’armonia fra quello che pensava, sentiva e faceva. Invece, questa gente non era coerente e la loro personalità era divisa al punto che Gesù consiglia ai suoi discepoli: ‘Ma, fate quello che vi dicono, ma non quello che fanno’, dicevano una cosa e ne facevano un’altra. Incoerenza. Erano incoerenti. E l’aggettivo che tante volte Gesù dice loro è ipocrita. E si capisce che uno che si sente principe, che ha un atteggiamento clericalistico, che è un ipocrita, non ha autorità. Dirà le verità, ma senza autorità. Invece Gesù, che è umile, che è al servizio, che è vicino, che non disprezza la gente e che è coerente, ha autorità. E questa è l’autorità che sente il popolo di Dio” ha concluso Bergoglio.