Torna a parlare di tentazioni Papa Francesco, nell’udienza generale di oggi mercoledì 11 gennaio 2017, nell’aula Nervi in piazza del Sant’Uffizio, davanti a più di seimila fedeli accorsi per ascoltare le parole del Santo Padre all’udienza generale.
“Sperare è un bisogno primario dell’uomo, sperare nel futuro, credere nella vita, il cosiddetto pensare positivo. La speranza sia riposta in ciò che veramente può aiutare a vivere e a dare senso alla nostra esistenza. È per questo che la Sacra Scrittura ci mette in guardia contro le false speranze che il mondo ci presenta, smascherando la loro inutilità e mostrandone l’insensatezza. Lo fa in vari modi, ma soprattutto denunciando la falsità degli idoli in cui l’uomo è continuamente tentato di riporre la sua fiducia, facendone l’oggetto della sua speranza. I profeti e sapienti insistono su questo, toccando un punto nevralgico del cammino di fede del credente, perché fede è fidarsi di Dio. Chi ha fede si fida di Dio, ma viene il momento in cui, scontrandosi con le difficoltà della vita, l’uomo sperimenta la fragilità di quella fiducia e sente il bisogno di certezze diverse, di sicurezze tangibili, concrete. Io mi affido a Dio ma la situazione è un po’ brutta, e io ho bisogno di una certezza più concreta: è lì il pericolo. Siamo tentati di cercare consolazioni anche effimere, che sembrano riempire il vuoto della solitudine e lenire la fatica del credere”, ha introdotto il proprio pensiero Papa Bergoglio.
“A noi piacciono gli idoli, ci piacciono tanto – ha proseguito il Pontefice – pensiamo di trovare la sicurezza nel denaro, nelle alleanze con i potenti, nella mondanità, nelle false ideologie. Cerchiamo conforto in un Dio che possa piegarsi alle nostre richieste e magicamente intervenire per cambiare la realtà e renderla come noi la vogliamo. Noi siamo più contenti di andare dagli idoli che di andare dal Signore, siamo tante volte più contenti dell’effimera speranza che della grande speranza, sicura, che ci dà il Signore. Le ideologie con la loro pretesa di assoluto, le ricchezze, il potere e il successo, con la loro illusione di eternità e di onnipotenza, valori come la bellezza fisica e la salute, quando diventano idoli a cui sacrificare ogni cosa, sono tutte realtà che confondono la mente e il cuore, e invece di favorire la vita conducono alla morte. Anche noi, uomini di Chiesa, corriamo questo rischio quando ci mondanizziamo, bisogna rimanere nel mondo, perché sempre il Signore si ricorda, anche nei momenti brutti lui si ricorda di noi, e questa è la nostra speranza, e la speranza non delude, mai! Gli idoli deludono sempre, sono fantasie, non sono realtà”.
“Adesso devo dirvi una cosa che non vorrei dirvi, ma devo dirvela. Per entrare all’udienza, sia in Aula che in piazza, non si deve pagare: è gratuita, è una visita gratuita che si fa al Papa per parlare col Papa, col vescovo di Roma. Ho saputo che ci sono dei furboni che fanno pagare i biglietti. Se qualcuno vi dice che per andare in udienza dal Papa c’è bisogno di pagare qualcosa, ti stanno truffando. State attenti! Qui si viene senza pagare perché questa è la casa di tutti. E chi dice questo e ti fa pagare, è un reato: quell’uomo, quella donna, è un delinquente, questo non si fa” ha concluso il suo intervento Francesco.