Come scrivere so, prima persona singolare del verbo sapere? Ecco tutte le regole da sapere per evitare di incorrere in gaffe. Ecco, inoltre, il parere della Treccani e dell’Accademia della Crusca
Quando ci si trova a scrivere un testo o un messaggio importante stiamo attenti a non compiere errori di grammatica o di ortografia. Possono essere diverse le cause che portano a compiere errori comuni: questi potrebbero impressionare negativamente l’interlocutore. Per evitare tutto ciò è bene sincerarsi di ogni dubbio. Uno degli errori più frequenti, come rilevato da diversi professori e linguisti, riguarda l’ortografia della prima persona singolare del verbo sapere. Il monosillabo viene reso graficamente con o senza accento? Ecco la risposta ufficiale data dall’Accademia della Crusca.
“So di avere sbagliato”, “non so nulla dell’accaduto”. Come dimostrato nei due esempi, è corretto scrivere la terza persona singolare dell’indicativo presente del verbo sapere senza accentare la vocale. “Sò” è un monosillabo che in italiano non esiste e che verrà considerato errore se utilizzato al posto del corretto “so”. Come rivela l’Accademia della Crusca, nella lingua italiana l’utilizzo dell’accento in determinati monosillabi è legato all’esistenza di termini omografi da differenziare graficamente e l’unico modo è servirsi dell’accento.
Scrive inoltre la Treccani, riferendosi anche a casi in cui “so” viene reso graficamente come “so'”:
L’apostrofo può segnalare la caduta di un elemento finale (una vocale, nell’elisione della –a finale di una davanti a parola cominciante per vocale, per esempio: un’alba; una sillaba, come nel caso dell’apocope o troncamento di –co in poco, che diventa po’), ma non servirebbe certamente a segnalare qualcosa che non è successo nel caso di so (verbo sapere). So, insomma, va scritto così come lingua italiana l’ha fatto.
Sò o So: l’accento si usa in caso di omografia
Non è il caso di “so” che non avendo omografo, non ha bisogno di differenziarsi e per essere utilizzato correttamente dovrà essere scritto senza accento. È il caso, invece, di “se o sé”, “da o dà”, termini tutti esistenti in italiano e che posseggono ognuno dei significati differenti, per tale ragione vi è la necessità, nell’italiano scritto, di differenziare una forma dall’altra attraverso l’uso dell’accento.
Nel primo caso infatti occorre differenziare la congiunzione con valore ipotetico dal pronome personale riflessivo di terza persona; nel secondo caso di omofografia ad essere differenziati sono la preposizione semplice dalla terza persona singolare del presente indicativo del verbo dare.