Oggi cade il cinquantesimo anniversario dalla morte di Luigi Tenco, artista di incommensurabile talento, scomparso prematuramente all’età di ventotto anni il 27 gennaio del 1967. Insieme a Fabrizio De Andrè, Gino Paoli, Sergio Endrigo, Umberto Bindi e Bruno Lauzi, è stato uno dei massimi esponenti della scuola genovese, che fondò il cantautorato rivoluzionando per sempre la musica leggera italiana.
Nato il 21 marzo del 1938 a Cassine, in provincia di Alessandria, Luigi cresce spostandosi in vari comuni liguri, fino a stabilirsi da adolescente a Genova, dove si avvicina all’arte del canto. Suona in diversi gruppi locali, ma il suo primo successo discografico arriva da solista nel 1962, quando incise la celebre “Mi sono innamorato di te”. Seguono altri diversi successi, da “Lontano lontano” a “Ho capito che ti amo”, passando per “Se stasera sono qui” e “Vedrai vedrai”. Tre gli album pubblicati nella sua breve carriera, interrotta con la sua partecipazione al Festival di Sanremo del 1967. L’artista si presentò, su decisione imposta dalla sua casa discografica, con il brano “Ciao amore ciao” in coppia con Dalida, con la quale aveva una relazione segreta. Il brano non venne ammesso alla serata finale, classificandosi al dodicesimo posto.
Ciò che è successo dopo, resta ancora oggi un mistero. Il corpo di Luigi Tenco fu ritrovato senza vita nella camera 219 dell’Hotel Savoy, a causa di un colpo di proiettile alla tempia. Accanto a lui è stato rinvenuto un bigliettino, con scritto: “Io ho voluto bene al pubblico italiano e gli ho dedicato inutilmente cinque anni della mia vita. Faccio questo non perché sono stanco della vita (tutt’altro) ma come atto di protesta contro un pubblico che manda ‘Io tu e le rose’ in finale e ad una commissione che seleziona ‘La rivoluzione’. Spero che serva a chiarire le idee a qualcuno. Ciao. Luigi”.
Il suicidio è la soluzione con il quale si sono concluse velocemente le indagini, ma negli anni si sono contrapposte altre diverse ipotesi. Tanti i misteri che ruotano attorno a questo caso, come ad esempio la mancata esistenza di nastri di quella edizione, a causa di un incendio avvenuto negli anni ’80, l’unica a mancare dagli archivi Rai in sessantasette anni di storia del Festival di Sanremo. In più il calibro della pistola rinvenuta nella camera d’albergo, era differente da quello dichiarato nel suo porto d’armi, oltre a tracce di sabbia rinvenute nei suoi capelli. A trentotto anni dalla morte, nel 2005 è stata disposta la riesumazione del cadavere per effettuare la prima autopsia, ma le indagini sono state nuovamente archiviate lo scorso anno.
Ciò che è accaduto realmente la notte tra il 26 ed il 27 gennaio del ’67, rimane avvolto in parte dal mistero, molti i dubbi che restano attorno alla sua prematura scomparsa. Secondo i suoi amici più stretti, soffriva di depressione ed aveva assunto alcool quella sera, per altri questo non basta per farne un suicida. Le varie ricostruzioni della polizia risultano differenti e discordanti tra loro, l’unica certezza sta nel fatto che Luigi Tenco abbia condotto decisamente un’esistenza troppo breve, anche se ancora ricordata da tutti.