Erano arrivate per la prima volta nelle case degli italiani nel 2004, quando i telegiornali di tutto lo stivale cominciarono a concentrarsi sulla guerra tra narcos nel popoloso quartiere di Secondigliano.
Hanno continuato a vestire i panni del quartier generale della Camorra post anni ’90, quella che era stata segnata dalla definitiva uscita di scena di Raffaele Cutolo e dal consequenziale disgregamento della Nuova Famiglia, il cartello criminale che aveva sconfitto la Nco del professore di Ottaviano.
Oggi, dopo un ventennio trascorso tra le difficoltà a sganciarsi dall’etichetta del passato e il sogno di cercare riscatto in attesa di riqualificazione, Napoli saluta definitivamente le “Vele” di Scampia, palazzoni popolari post terremoto la cui struttura ha favorito l’insediamento delle più variegate forme criminali nel corso degli anni.
L’abbattimento è cominciato nella giornata di ieri, con il trasferimento di 151 famiglie nelle nuove località stabilite dal comune di Napoli. Il progetto, finanziato dal famoso “Patto per Napoli” stipulato tra Matteo Renzi e Luigi de Magistris, prevede la distruzione di tre delle ultime quattro vele rimaste.
L’altra, invece, diventerà sede della città metropolitana dopo un attento lavoro di sistemazione e riqualificazione. Un po’ per esigenza, un po’ perché bisognava dare un forte segnala alle popolazioni di tutti i quartieri popolari di Napoli. Laddove un giorno regnava l’ignoto, da domani si tornerà a respirare aria di legalità.