Acqua contaminata di Fukushima in mare: polemiche contro il Giappone

Il governo giapponese ha annunciato l’intenzione di scaricare nell’Oceano Pacifico acqua contaminata proveniente da Fukushima, è protesta degli ambientalisti.

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Fa discutere l’annuncio del Ministro dell’Ambiente giapponese che si è detto pronto ad espellere in mare parte dell’acqua contaminata da radiazioni utilizzata nella centrale nucleare di Fukushima, la stessa interessata dal terribile incidente nucleare di qualche anno fa. Gli ambientalisti giapponesi hanno infatti lanciato subito l’allarme presso la comunità internazionale:

L’acqua contaminata radioattivamente attualmente immagazzinata a Fukushima Daiichi non dovrebbe essere rilasciata nell’oceano – dicono da Greenpeace – Il mare non è una discarica. Il mare è una casa comune per tutte le persone e le creature e deve essere protetto

Tuttavia pare che particolari soluzioni alternative non siano possibili. La capacità di immagazzinamento della centrale nucleare è al colmo, ciò significa che non è possibile continuare a stoccare acqua di raffreddamento contaminata con materiali radioattivi.

Il rischio che questa mossa possa contaminare l’oceano – e quindi tutte le specie viventi – è molto forte. La soluzione proposta da Greenpeace è la seguente:

In primis non rilasciare intenzionalmente l’acqua contaminata nell’Oceano. E soprattutto l’acqua contaminata deve essere conservata a lungo termine e la tecnologia per la separazione del trizio dovrebbe essere sviluppata

L’acqua contaminata dalle radiazioni è pericolosa per il mare?

In pratica, aspettare finchè non si sia sviluppata una tecnologia adatta a limitare i danni ambientali. Non tutti sono però pienamente d’accordo con questa tesi. Il fisico nucleare Enrico D’Urso intervistato da Open ha detto in merito:

Prima di tutto dobbiamo confrontare la radioattività contenuta dentro quell’acqua con quella dell’oceano. Sembra assurdo confrontare un milione di tonnellate d’acqua col volume dell’intero oceano Pacifico (…) La contaminazione non è uniforme – precisa D’Urso – per il trizio si passa dalle 0.5 a 4 MBq/l (megabequerelle per litro), con 0.76 PBq totali immagazzinati a metà 2018. Da tener poi presente che la concentrazione di trizio nell’acqua sta calando nel corso degli anni, quindi l’acqua nuova ha molto meno trizio dell’acqua vecchia.

 

Scritto da Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.