Abbiamo incontrato il giovane ed interessante cantautore Aiello, che si è lasciato andare ad una lunga intervista in cui ci ha rivelato tutta la sua trepidazione in vista del suo debutto discografico. L’artista, romano di adozione ma cosentino di origine, rilascerà il prossimo 26 maggio l’EP intitolato “HI-Hello”, anticipato dal singolo “Come stai”.
Ciao Aiello. Com’è nata la tua passione per la musica e quando hai cominciato a scrivere i tuoi pezzi?
“Credo di averla sempre voluta accanto, la musica. E’ stata da sempre la mia miglior confidente, nonostante da sempre abbia avuto un sacco di amici. Ricordo, sicuramente, le mie lezioni di piano e violino, all’età di 10/11 anni e poi a 16 le prime canzoni, in piena adolescenza, in pieno ‘maremoto'”.
Com’è nata l’idea di intitolare il tuo EP “Hi.Hello”?
“Perché il mio nome AIELLO si presta a questo gioco fonetico del doppio saluto in inglese. Tutti mi dicono che sono particolarmente aperto e accogliente, come persona ed io francamente mi rivedo nella bellezza del saluto, nel bisogno dell’incontro. Quindi, quale miglior modo di presentarsi, se non salutando due volte!?”.
Questo progetto è stato anticipato dal singolo “Come stai”, cosa rappresenta per te questa canzone?
“E’ il mio ‘ECCOMI QUI’. E’ il mio modo di ballare sopra un fallimento d’amore anziché piangersi addosso. E’ solo l’inizio”.
Sorprende ascoltarti, perché attraverso la tua voce dimostri di avere già le idee molto chiare. Hai uno stile ben definito, cosa che è insolito trovare in un debuttante. Quanto ha contato la gavetta nel tuo percorso?
“Intanto Grazie, davvero. Comunque quello che sono, nella voce, nella scrittura, nella ricerca musicale è solo frutto di una costante sete di guardarsi intorno, di non fermarsi, di viaggiare, di incontrare, di non accontentarsi mai. E posso già anticiparvi che se il primo EP ‘Hi-Hello’ è una bellissima fotografia della mia sperimentazione musicale recente, il primo disco, al quale sto già lavorando, sarà ancora più esplosivo”.
Si tratta di un disco completo che fonde diversi generi, dal pop all’elettronica, dall’indie al reggae. Quanto contano per te le contaminazioni?
“Le contaminazioni sono l’unica strada possibile per migliorarsi, per scoprirsi, per aggiornarsi per INCONTRARSI”.
In questa tua prima fatica discografica si spazia anche nei testi, passando da messaggi importanti e delicati come in “Promettimi” ad “Accidenti a te”, dove affronti la chiusura di una storia in chiave sarcastica e scanzonata. Due facce della stessa medaglia?
“Si, assolutamente. Nella musica deve esserci un momento, uno spazio per tutto/i… per il messaggio d’amore, per la condivisione di una storia, per ridere e ballare senza pensarci troppo, per lanciare un appello o un allarme”.
A quale brano sei maggiormente legato e perché?
“A tutti, indistintamente, perché tutti raccontano un particolare di me, una storia di me, una fotografia del mio vissuto”.
Vivi da tempo a Roma, ma sei nato a Cosenza. Quanto contano per te le radici?
“Sono il mio nutrimento a distanza, il mio luogo di pace e ricarica, il mio marchio a fuoco, sul petto e dietro il petto, il mio orgoglio più grande. Ringrazio Roma per avermi accolto e adottato, ormai è casa, ma Cosenza, la Calabria, restano la mia Terra”.
Qual è il messaggio che vorresti che il pubblico recepisse dalla tua musica?
“Più semplicemente, vorrei che la mia musica accompagnasse gli altri, così come la musica che ho ascoltato in questi anni, ha accompagnato me nelle mie esperienze, nei miei viaggi, nei miei giorni bui, in quelli pieni di sole”.