Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma, è stato condannato in primo grado nel processo Mafia Capitale. L’accusa è di corruzione e finanziamento illecito, i giudici di Roma hanno rilevato i contatti tra il sindaco all’epoca dei fatti (2012-2014) e Salvatore Buzzi. Con il benestare anche di Massimo Carminati, il sindaco avrebbe ricevuto 223.000 euro tramite l’associazione da lui fondata Nuova Italia e diecimila euro in contanti. Secondo i giudici il fatto di corruzione sarebbe avvenuto anche con la collaborazione dell’ex amministratore di AMA Franco Panzironi.
Secondo il PM che ha curato l’indagine:
“L‘uomo politico di riferimento dell’organizzazione Mafia Capitale all’interno dell’amministrazione comunale soprattutto, in ragione del suo ruolo apicale di sindaco, nel periodo 29 aprile 2008 -12 giugno 2013 (e successivamente di consigliere di minoranza in seno al Pdl)”. (…) “uomini di fiducia indagati e alcuni anche condannati in Mafia Capitale, sono stati proiezione della persona di Alemanno, che ha impiegato per la gestione del proprio potere, e si sono interfacciati con gli esponenti apicali di Mafia Capitale, suoi corruttori (Buzzi e Carminati)”
Il tribunale ha sentenziato per sei anni di carcere, uno in più di quanto richiesto dalla procura, con interdizione ai pubblici uffici. È stato anche disposto il sequestro di quasi 300.000 euro. Alemanno invece parla di sentenza ingiusta e annuncia un ricorso in appello.