Amia: il debutto con “Piccola donna”, l’intervista

E’ in rotazione radiofonica dal 26 maggioPiccola donna, il brano che segna l’esordio adriatico della giovane cantautrice Annamaria Alaimo, in arte Amia. Il pezzo, scritto in coppia con Sabrina Amato, parla di una giovane ragazza che ha perso la vita in un incidente stradale, di nome Daniela. In occasione del lancio di questa canzone, abbiamo incontrato la talentuosa artista campana, figlia d’arte di Simone Alaimo e Vittoria Mazzoni due massimi esponenti dell’Opera lirica italiana.

Ciao Amia! Partiamo dal presente e dal tuo singolo d’esordio “Piccola donna”. Com’è nato questo pezzo?
“Ho ‘incontrato’ questo brano, lasciami passare il termine, che già aveva una sua magica identità, non ho vissuto direttamente questa triste storia ma mi sono trovata subito molto coinvolta. Ho provato ad immedesimarmi in una perdita, come credo la maggior parte di noi, e ho cercato di essere una narratrice onorata di raccontare questa vicenda aggiungendoci il mio emozionato contributo creativo”.

Il brano è scritto a quattro mani con Sabrina Amato, com’è nata con questa collaborazione?
“Sabrina, che non smetterò mai di ringraziare per avermi donato con generosità tutte le sue sensazioni, aveva già buttato giù una stupenda linea melodica che abbiamo rispettato perché la prima ispirazione è sempre la più vera è speciale, poi da lì è stato un tandem perfetto e ritmato…”.

Facciamo un salto indietro nel tempo. Quando e come è nata la tua passione per la musica?
“E’ nata con me, ho sentito musica dalla pancia di mia madre, ho odorato il profumo dei teatri dai primi mesi di vita, ho imparato ad apprezzare tutti i generi musicali e a lasciarmi contaminare da questi, con estrema fiducia, perché con la musica si costruisce un vero e proprio rapporto è il ‘nostro’ dura da 27 anni!!!”.

Quali sono i vantaggi dell’essere figlia d’arte?
“Tanti, troppi. Mi hanno trasmesso tutto l’amore e la passione per la musica oltre ad avermi insegnato gran parte di quello che so. A volte la presenza di due professionisti potrebbe essere invadente ed ostativa ma se sai prendere tutto il buono, alla fine sono solo una enorme ricchezza!”.

Ci sono anche degli svantaggi?
“Non li chiamerei svantaggi… ma scomodi confronti… che però sono necessari e costruttivi”.

Tornando al presente, seguirà l’uscita di un album? Ci puoi anticipare qualcosa?
“Piccola donna è stato il brano di esordio perché abbiamo pensato fosse anche di buon augurio e perché si è prepotentemente imposto sugli altri, ma in questo anno e mezzo ho lavorato ad altri singoli che mi auguro di poter proporre step by step con una puntuale tabella di marcia… e poi un album riassuntivo certo… sarebbe stupendo!”.

Ci sono artisti con il quale ti piacerebbe collaborare e/o altre stili musicali che vorresti sperimentare?

“Sarebbe un onore una collaborazione con tanti.. ma ne cito uno su tutti senza rischiare: Zucchero! Lui (e qui la dico grossa) è la mia metà canora! Il suo sound è stata una colonna sonora di molte mie giornate”.

Alla luce di tutto quello che ci siamo detti, qual è il messaggio che vorresti arrivasse al pubblico, oggi, con la tua musica?
“Ogni canzone trasporterà un messaggio diverso, ma il filo conduttore sarà sempre l’entusiasmo, la passione sfrenata e vitale per questo mestiere. La felicità di svegliarsi e iniziare a lavorare con la musica, si ha questa grande enorme fortuna, il piacere prima del dovere… sempre!”.

Scritto da Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica e spettatore interessato di tutto ciò che è intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.