Anna Oxa e il “marchio patronimico” nella musica

Ha destato scalpore la notizia degli ultimi giorni riguardante la decisione di Anna Oxa, cantante italiana dall’indiscusso talento, di registrare il proprio nome come marchio attraverso un vero e proprio atto formale (che reca come “stato deposito” la data del 24/02/16) e conseguentemente di valenza legale. Abbiamo interpellato il giornalista e critico musicale Maurizio Scandurra, esperto di proprietà intellettuale e diritto industriale, che si è schierato a favore della scelta dell’artista. 

“Si definisce patronimico un marchio costituito dal nome proprio di una persona. Se si tratta di nomi noti, esso è utilizzabile solo dall’avente diritto o da terzi autorizzati: si pensi, ad esempio, ai marchi ‘Giorgio Armani’, ‘Gianfranco Ferrè’, ‘Giovanni Rana’ e molti altri. Si definisce invece ‘personaggio pubblico’ il personaggio che, per il ruolo che riveste o l’attività che svolge, richiama l’attenzione dell’opinione pubblica anche sulle vicende private della sua vita”, chiarisce Scandurra, che prosegue: “Sono questi i parametri giuridici e terminologico-lessicali all’interno dei quali compendiare e altresì contestualizzare la decisione di Anna Oxa di tutelare a titolo di ‘marchio patronimico’ forte il proprio nome e cognome. Del resto, va fatto notare che il bisogno di identificazione e distinzione si presenta come primario in tutti i segmenti della società: e, dunque, anche sul mercato: discografia compresa”.

Scandurra approfondisce il tema anche a livello più tecnico: “A una prima analisi, considero la decisione della signora Oxa una sorta di ‘extrema ratio’ la cui origine, probabilmente, va imputata alle gravi mancanze di rispetto che l’Artista (per la Quale ho sempre manifestato pubbliche parole di stima) ha ricevuto in questi anni da parte di discografici incapaci, una televisione ai limiti del ridicolo e della vergogna, e da un pubblico sin troppo pettegolo e altrettanto curioso, mosso da un desiderio di sapere più pruriginoso, che propriamente artistico e musicale in senso stretto. Concordo con Anna Oxa che l’indecenza vada prevenuta e fermata per tempo. Fermo restando il cosiddetto ‘diritto di cronaca’: consistente, giuridicamente, nel diritto – in fatto e in diritto, mi si perdoni il gioco di parole – a pubblicare tutto ciò che è collegato a fatti e avvenimenti di interesse pubblico o che accadono in pubblico, purchè rispettosi del decoro e dell’immagine di chiunque. E’ facile, inoltre, rilevare come il diritto di cronaca è incluso nell’Ordinamento italiano tra le libertà di manifestazione del pensiero, come espressamente sancito dall’Articolo 21 della Costituzione”.

In foto l’atto di costituzione del marchio “Anna Oxa” pubblicato sulla pagina ufficiale Oxarte, immagine ripresa sul sito rockit.it

Per poi aggiungere: “Un conto è conseguire – grazie alla locuzione ‘Anna Oxa’ – visualizzazioni sponsorizzate e remunerative per chi ne è autore sui vari social. Ben diverso, invece, narrare un fatto acclarato di pubblico dominio (specie quando esso ha per oggetto e protagonista un ‘personaggio pubblico’) su una testata giornalistica debitamente registrata al Tribunale: il cui dovere deontologico, morale e professionale ha proprio per oggetto primario l’informazione. Musica inclusa”.

In conclusione, spiega Maurizio Scandurra: “L’ottima Anna Oxa ha scelto i social network come organo di informazione per comunicare la notizia della registrazione di un marchio: fatto oggettivo che definisce il carattere incontestabilmente pubblico della stessa comunicazione diramata, sia dal punto di vista formale che sostanziale. ‘De iure condito’, ovvero sul diritto esistente, costituito, codificato, non si discute. Concludendo, rispetto la scelta dell’Artista, augurandole al contempo di tornare presto con un disco capace di sbaragliare la gentaglia dei talent: youtuber e rappers compresi”. 

Da ultimo, Scandurra ci tiene a precisare che “Le dichiarazioni che mi sono state richieste dall’ottimo collega Nico Donvito per ItaliaPost.it hanno la sola funzione di costituire un approfondimento giornalistico – fine a se stesso e pro bono dei lettori – su un tema che unisce in maniera inedita musica e giurisprudenza”.

Scritto da Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica e spettatore interessato di tutto ciò che è intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.