Nuove grane per Annamaria Franzoni. Dopo la condanna a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele Lorenzi, in uno dei gialli più mediatici degli ultimi anni, la Franzoni è ora stata condannata per una nuova situazione, ovvero, non aver mai pagato l’avvocato Taormina che la difese nei processi.
La cifra riguarda il compenso professionale mai percepito per averla difesa nel processo sul “delitto di Cogne”. Sommata di Iva, interessi e cassa previdenza avvocati, la somma complessiva dovuta si aggira attorno ai 400 mila euro. Annamaria Franzoni, condannata nel 2008 in via definitiva a 16 anni per l’omicidio del figlio Samuele commesso a Cogne nel 2002, fu assistita da Taormina nel processo fino a quando il penalista, ex deputato del Pdl, non rinunciò definitivamente al mandato, il 23 febbraio 2007.
L’avvocato, nel 2013, assistito dal figlio Giorgio, aveva citato in giudizio la donna chiedendo onorari mai pagati per 771.507 euro, di cui circa 14mila riferibili al marito Stefano Lorenzi per alcune querele predisposte dal legale. Il giudice, nel quantificare la somma dovuta, si è basato su una consulenza tecnica d’ufficio affidata all’avvocato Marco D’Apote, nell’ambito del processo civile. Ha rigettato, invece, la richiesta di condanna per Lorenzi, così come ha rigettato la richiesta dei Lorenzi che pretendevano a loro volta un risarcimento da 200mila euro, ritenendosi danneggiati dal coinvolgimento nel processo “Cogne-bis”.