Arianna e la sua Mona Lisa Smile, l’intervista

Abbiamo incontrato per voi la cantante Arianna, reduce da numerose e prestigiose collaborazioni internazionali tra cui, l’ultima, con Will.i.am, noto membro e fondatore dei Black Eyed Peas. L’artista si è lasciata andare ad una lunga intervista, in cui ci ha parlato del suo ultimo singolo “Mona Lisa Smile”, delle sue ultime esperienze oltreoceano e dei suoi sogni nel cassetto.

Ciao Arianna, cosa rappresenta per te questa canzone e l’incontro con Will.i.am?
“Questa canzone rappresenta molto per me, soprattutto vocalmente. La mia parte è tratta dal famoso film anni sessanta ‘Orfeo negro’, una canzone molto melodica che, secondo me, rende molto sulla mia voce. In questa canzone riconosco l’Arianna profonda, quella che ama sentire questa musica. Il fatto di essere stata scelta da un genio come Will.i.am come la sua Mona Lisa italiana, è stato per me un grande onore”.

Nel brano figura una seconda prestigiosa collaborazione con il regista e produttore statunitense Michael Jurkovac. Com’è stato girare con lui il videoclip?
“E’ un video che mi ha sorpreso, c’è un grande lavoro digitale alle spalle, durato circa un anno e mezzo. Abbiamo girato tutto in chroma key e l’idea di far muovere anche lo sfondo, donando completamente vita al quadro, l’ho trovata geniale. Con Jurkovac ho collaborato anche in un progetto per l’Unicef, nel brano “Imagine” di John Lennon. Lui mi ha scelto per rappresentare l’Italia e fa molto piacere essere l’unica artista presente che canta nella propria lingua. Avevo realizzato due versioni, una in inglese ed una in italiano, e Yoko Ono ha preferito e scelto la seconda. Per me è stata una doppia emozione”. 

Hai ottenuto grande successo negli Stati Uniti, sia con progetti teatrali che con grandi collaborazioni. L’anno scorso hai lavorato anche con Flo Rida, cosa ti ha colpito di più di lui?
“Il fattore che unisce ed accomuna la maggior parte degli artisti con cui ho avuto la fortuna di lavorare è l’umiltà, il loro essere persone normali. Prima di incontrare Flo Rida ero abbastanza in ansia, mi sono creata un sacco di infrastrutture mentali che, non appena l’ho incontrato, sono crollate. Gli ho fatto ascoltare alcune mie cose, ma è stato lui a propormi “Who did you love”. La sua naturalezza mi ha stupito, mi è sembrato di rapportarmi con un mio vicino di casa. Mentre qui in Italia c’è un sacco di gente che non ha fatto quasi nulla e che ha un atteggiamento totalmente opposto. In America hanno l’umiltà innata, per loro è un mestiere ed hanno rispetto di qualsiasi collega, è una professione che vivono molto seriamente, perché danno per scontato che tu abbia studiato e abbia fatto gavetta, non come spesso succede qui da noi”.

C’è differenza tra il rap americano e quello che abbiamo esportato? Con quali rappers italiani ti piacerebbe collaborare in futuro?
“Sinceramente non trovo grande differenza, a volte, forse nello stile. Qui in Italia i rapper tendono anche a canticchiare, mettendoci una melodia che è tipicamente nostra, loro si basano molto di più sulla ritmica. Anche nei featuring, il rapper fa il rapper ed il cantante fa il cantante. Trovo che ci siano tantissimi nomi interessanti nel nostro Paese, tra cui Marracash ed Emis Killa. J-Ax lo conosco da quando eravamo ragazzini, lavorare con lui sarebbe un po’ come tornare adolescenti”. 

Lo scorso anno ti sei esibita dal vivo con un altro fuoriclasse statunitense, che è Michael Bolton. Com’è stato lavorare con un tuo idolo?
“Lui è la storia della musica, ascoltandolo da piccola ho imparato a cantare. Pensare oggi di essere sua amica è un’emozione che non riesco a descrivere. Lo scorso anno mi è venuto a trovare a Detroit, in occasione del compleanno di mio marito. Ricordo che ero molto preoccupata perché non stavo bene con la voce e, due giorni dopo, avrei dovuto cantare come solista al Columbus Day, dopo che l’anno precedente c’era stata Lady GaGa. Michael mi ha aiutato e tranquillizzato, accudendomi come se fosse mia madre. Il suo affetto mi ha molto emozionato, così come quando ho incontrato il mio mito totale Barbra Streisand, ma con lei non sono riuscita neanche a parlare”.

Questa fortunata serie di duetti internazionali è stata inaugurata con Pitbull nell’estate del 2012, com’è avvenuto questo incontro? “Io non avrei mai pensato nella vita di collaborare con artisti di questo calibro, ma tutto è nato in un modo casuale. Cercavano una canzone napoletana che andasse bene con un beat, per uno spot pubblicitario. Il mio amico Flavio Ibba, che ha poi prodotto il brano “Sexy people”, mi ha chiesto una mano perché conosco  e sono una grande fan della musica partenopea. Ho pensato subito a ‘Torna a Surriento’, che è da sempre una delle mie preferite. Mentre cercavamo un giovane rapper il provino è arrivato nelle mani Pitbull, che ha voluto a tutti i costi incidere. Tutto è nato così, in maniera del tutto casuale e spontanea”.  

Quali sono i tuoi progetti futuri? Ti piacerebbe tornare alle origini e ricalcare il palco dell’Ariston di Sanremo?
“Mah, si! Quale artista non sogna il Festival. Puoi fare il Columbus Day, cantare per Hilary Clinton e duettare con i più grandi artisti, ma per un italiano Sanremo è Sanremo, con tutte le critiche che ci possono essere. Nella mia carriera non mi sono mai più emozionata così tanto, se non quando ho cantato per il Papa al Giubileo delle famiglie. Tra i miei prossimi progetti, invece, c’è un disco di canzoni mie, da sola”. 

Scritto da Nico Donvito

Appassionato di scrittura, consumatore seriale di musica e spettatore interessato di tutto ciò che è intrattenimento. Innamorato della vita e della propria città (Milano), ma al tempo stesso viaggiatore incallito e fantasista per vocazione.