Atlantide di Clark Ashton Smith: Nuova Edizione Mondadori

Clark Ashton Smith è un nome che forse non dirà molto ai più. Si tratta di uno scrittore californiano che ha dato un contributo fondamentali alla nascita della moderna letteratura fantasy o più in generale fantastica. Sfortunatamente da noi Ashton Smith ha avuto solo pubblicazioni sporadiche, spesso all’interno di antologie collettive.

Ora, invece, la Mondadori gli dedica una ricca antologia, corredata da un buon apparato critico e da una ricca iconografia. Il titolo è Altrantide e i Mondi Perduti ed a curarla c’è un esperto di letteratura fantastica del calibro di Giuseppe Lippi, il direttore di Urania.

La vita di Clark Ashton Smith

Asthon Smith nacque il 13 gennaio 1893 e si spense il 14 agosto 1961. Nell’arco della sua esistenza è stato poeta, narratore, pittore e scultore. Soprattutto poesia e scultura erano a suo dire le due attività che preferiva.

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Sprovvisto di una educazione regolare, Smith fu un autodidatta che arrivò a leggersi per intero l’Enciclopedia Britannica. Altre sue letture furono le fiabe dei Fratelli Grimm e di Andersen, le poesie di Poe e soprattutto Le Mille e Una Notte. Proprio l’ambientazione orientale e lo stile raffinato di quest’ultimo libro si ritrovano nei suoi primi cimenti letterari.

Ancora adolescente Ashton Smith raccoglie un grande successo con le sue poesie. I critici lo paragonano a Keats e a Baudelaire. Ha inoltre la possibilità nella San Francisco d’inizio ‘900 di incontrare Jack London, Ambrose Bierce e altri grandi autori.

Purtroppo tanto clamore si rivela presto un fuoco di paglia. La Grande Depressione coglie Smith impreparato. Lo scrittore è costretto a guadagnarsi da vivere come bracciante agricolo e taglialegna. Pur continuando a coltivare l’amore per la poesia, Ashton Smith deve passare alla narrativa di genere.

I tre moschettieri di Weird Tales

È quello il periodo di grande fioritura delle riviste pulp. Esse offrono al lettore emozioni forti e facile svago ad un basso prezzo. Una di queste è Weird Tales, il cui titolo potremmo tradurre come “Strane Storie”.

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Su Weird Tales pubblicano altri due giganti del fantastico, Howard Phillips Lovecraft e Robert Ervin Howard. Mentre Lovecraft  è ricordato principalmente come scrittore horror, Howard viene annoverato tra i padri fondatori del heroic fantasy.

Sebbene anch’essi escano spesso dai limiti angusti dei generi , sarà Ashton Smith, soprattutto, a sfuggire ad ogni calssificazione. Nelle sue opere si mescolano magia, negromanzia, lontani pianeti e ambienti preistorici. L’unica definizione che gli può andare a pennello è proprio quella di scrittore “weird”.

Mondi impossibili

Attualmente esiste una vera e propria corrente letteraria che si definisce con questo termine. C’è chi dice che a rilanciare lo weird sia stato Stephen King con La Torre Nera. Altri citano romanzi prima etichettati come steampunk o science fantasy di scrittori come James Braylock, Michael Moorcock e Tim Powers.

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La cosa che caratterizza particolarmente lo weird è il lavoro di costruzione di interi mondi. In questo Asthon Smith era un vero maestro. Lo testimonia la presenta antologia che raccoglie i racconti ambientati a Poseidonis, Averoigne, Zothique e Xiccarph.

Poseidonis è l’ultimo lembo di terra emersa rimasto dell’antica Atlantide. Averoigne si rivela invece una contrada della Francia medievale, popolata da eretici e stregoni. Zothique è un continente situato su una Terra ormai morente, mentre Xiccarph un altro pianeta.

Lo stile

Ovunque collochi i suoi racconti, Ashron Smith si lancia in descrizioni evocative con un linguaggio barocco. Scorrono sotto i nostri occhi maghi serviti da robot, giardini con piante antropomorfe, astronavi costruiti da saggi di civiltà dimenticate.

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Alla meraviglia fa da contrappunto l’orrore. Molti notano nello scrittore californiano una tendenza alla necrofilia. Amate defunte, civiltà crollate,  fortune ormai perduti perseguitano i suoi eroi. Spesso essi cercano di rinverdire i fasti del passato con l’uso della magia.

Le stesse ansie si ritrovano nelle sculture di Smith, sempre un po’ naif e un po’ grottesche. Forse la cosa che sconcerterà alcuni, è la quasi totale mancanza di personaggi ricorrenti. In fondo ad Ashton Smith non interessava scrivere una saga come fanno tanti altri autori fantasy. Il suo unico scopo è incantarci per farci credere per la durata del racconto ad universi altrimenti irreali.