Si chiama Rapporto Sydney, il rapporto della Commissione australiana di inchiesta sulle risposte istituzionali sulla pedofilia. Si è aperta una pagina nazionale tragica che ha visto numeri impressionanti con le deposizioni di più di 15 mila persone. Sono state ascoltate 8000 vittime di abusi sessuali.
Molti abusi sono avvenuti a porte chiuse e molti di loro hanno subito violenze in istituti religiosi. Il premier australiano Malcolm Turnbull ha ringraziato chi ha avuto il coraggio di parlare e ha detto che da queste informazioni é emersa una tragedia nazionale già emersa dopo le denunce nei riguardi del Cardinale Pell.
Nelle 409 raccomandazioni del rapporto conclusivo dell indagine sulla pedofilia in Australia, la Commissione ha proposto che sia rivisto il segreto della confessione e l’obbligo dei sacerdoti di riferire alla polizia gli abusi sessuali che gli vengono rivelati e rivedere il voto di castità.
Le cause degli abusi sessuali e i processi in corso
Questo è stato considerato l’origine di molti abusi sui minori. Ma queste proposte sono state respinte dai vescovi cattolici di Sydney. La commissione nacque nel 2013 dal governo laburista di Julia Gillard composta da sei membri con udienze in sei stati.
Sono stati rilasciati 1,2 milioni di documenti, identificati più di 4000 istituzioni dove sono stati commessi abusi negli ultimi decenni. Il numero delle persone segnalate alla polizia é stato di 2600 e sono state avviate 230 azioni penali. Le accuse dei bambini dall inizio dell inchiesta sono state 2559 nel 2013.
I processi ancora in corso sono 230 e 41.770 le chiamate per il soccorso e 60.000 i sopravvissuti che avranno diritto al risarcimento.Sono 17 i volumi del rapporto finale della Commissione.
E il Presidente della Commissione Peter McClellan ha detto che non é un problema del passato ma che nel corso dei decenni molte istituzioni hanno tradito i bambini e sia i sistemi di protezione dell’infanzia quelli della giustizia civile li avevano abbandonati.