Buona Scuola, Decreti Attuativi Approvati: cosa cambia?

A partire dal 2019 nella scuola italiana ci saranno delle grandi novità per quanto riguarda le modalità di ammissione agli esami di maturità e per ciò che concerne gli esami per diventare insegnanti: il Consiglio dei Ministri ha, infatti, approvato definitivamente gli otto decreti attuativi la riforma sulla Buona Scuola. “Tali decreti sono il risultato di una lunga consultazione” – ha spiegato il Ministro Valeria Fedeli – “con l’obiettivo di migliorare la qualità del servizio pubblico scolastico”.

COSA CAMBIA NELLA SCUOLA ITALIANA?

Innanzitutto le modalità d’accesso agli esami di maturità: il Consiglio di classe sarà infatti obbligato ad ammettere agli esami di Stato solamente gli studenti che abbiano conseguito in tutte le materie almeno la sufficienza, salvo casi in cui al Consiglio è concessa l’ammissione di studenti con qualche insufficienza adeguatamente motivata. Non saranno ammessi, invece, gli studenti che non raggiungono la sufficienza nel voto in condotta.

Cambierà anche la tipologia delle prove da sostenere in sede d’esame: saranno previste, infatti, due prove scritte ed un esame orale finale, mentre lo svolgimento dell’attività di alternanza Scuola-Lavoro diventerà requisito d’ammissione al pari della Prova Invalsi. Accanto ai voti finali del primo ciclo, infine, sarà previsto un giudizio certificante le competenze del diplomando.

NUOVE REGOLE ANCHE PER GLI INSEGNANTI

Nuove regole anche per i laureati ed aspiranti insegnanti: l’accesso ai concorsi richiederà il conseguimento di almeno 24 crediti universitari e gli stessi concorsi avranno cadenza biennale a partire dal 2018. Coloro che supereranno le prove concorsuali verranno inseriti in un programma triennale di formazione, inserimento e tirocinio a fronte di una crescente retribuzione sin dal primo periodo formativo. Alla fine del triennio, previo positiva valutazione, i futuri insegnanti verranno immessi in ruolo, ma nella prima fase transitoria verranno esaurite le Graduatorie relative all’ultimo concorso del 2016. Saranno previste anche procedure concorsuali per gli insegnanti che ricoprono da tempo il ruolo di supplente.

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I decreti riguarderanno anche la figura dell’insegnante di sostegno dell’infanzia e della scuola primaria, per i quali sarà previsto un corso di formazione specifico, così come per il personale ATA, mentre verranno introdotti, per quanto riguarda i supplenti, per la prima volta, anche i contratti pluriennali. Per ciò che riguarda la scuola, i decreti prevedono percorsi di cinque anni con la formula “biennio + triennio”, mentre gli indirizzi scolastici, a partire dall’anno accademico 2018-2019 passeranno da sei ad undici ed ogni scuola potrà declinare la varietà degli indirizzi in base alle esigenze territoriali. Verranno incrementati i laboratori e saranno stanziati 25 milioni di euro annui per le attività di apprendistato formativo.

SCUOLA DELL’INFANZIA E CARTA STUDENTE

Per la scuola dell’infanzia saranno previsti un Fondo specifico per l’attribuzione di risorse agli Enti Locali e la qualifica universitaria anche per il personale impiegato nei servizi da 0-3 anni; sarà disciplinato inoltre il contributo familiare con una soglia massima prevista. La carta dello Studente varrà di più: 30 milioni di euro verranno stanziati annualmente per le borse di studio per gli studenti delle scuole Superiori, grazie alle quali i ragazzi potranno provvedere all’acquisto di libri e materiale didattico, usufruendo di incentivi anche per i trasporti e per l’accesso ai beni culturali. Ulteriori 10 milioni verranno fissati per le scuole a favore dell’acquisto di materiale didattico da parte degli studenti disabili. In base all’Isee, sarà previsto l’esonero dal pagamento delle tasse scolastiche per gli studenti delle quarte e quinte superiori.

ALTRE NOVITA’ PRESENTI NEI DECRETI ATTUATIVI

Due milioni di euro saranno stanziati a favore del Miur, il quale potrà così promuovere la crescita artistica e lo sviluppo della creatività made in Italy e l’attività Scuola-Lavoro potrà essere svolta sia presso enti pubblici che privati dedicati alla conservazione e alla produzione artistica. Infine 50 insegnanti verranno incrementati al numero di professori selezionati dal Miur e dal Ministero degli Esteri per insegnare all’estero. La permanenza fuori dall’Italia sarà ridotta dagli attuali 9 anni ai 6 anni, intervallati però da altrettanti sei anni da impiegare nelle scuole italiane.