Sicuramente molto il sollievo soprattutto da parte dei fan e clubbers che avevano scelto la piramide di Riccione come meta per passare il capodanno, è difatti prevista una maratona di 24 ore di musica elettronica e techno in cui si alterneranno oltre 30 Dj di fama internazionale.
A quanto pare a condannare il Cocoricò inizialmente sarebbe stata una sanzione ordinata dal sindaco Renata Tosi a seguito di mancati pagamenti della Tari, servizio per lo smaltimento dei rifiuti con cui il locale pare non sia in regola da circa 8 anni, che prevede una chiusura di 3 mesi.
A tranquillizzare tutti è stato il CEO della società che gestisce il Cocoricò Fabrizio De Meis che ha comunicato la volontà di sanare la pendenza imposta dal comune di Riccione (con un ammontare di circa 16.000 euro) al fine di tornare in regola e mantenere inalterato lo svolgimento delle attività.
Segue il comunicato stampa ufficiale del Cocoricò.
“L’ordinanza del Comune di Riccione che ci impone la chiusura per i prossimi tre mesi in caso di mancata ottemperanza del pagamento della TARI, non mette a rischio il nostro Capodanno”, chiarisce subito Fabrizio De Meis, CEO della FDM la società che gestisce il Cocoricò. “Fermo restando che per rendere nulla questa ordinanza, come concordato con l’Ufficio Tributi del Comune di Riccione, faremo fronte ai nostri impegni e faremo inoltre immediatamente ricorso al TAR, ritenendo questo Regolamento comunale, incoerente ed incostituzionale”. “Stiamo inoltre con i nostri legali valutando anche la possibilità di richiedere un risarcimento poiché il danno economico che ci sta comportando è gravissimo, visto che il clima di incertezza sul Capodanno non favorisce la prevendita delle prenotazioni”. Entrando nel merito delle motivazioni che sostengono l’ordinanza del Sindaco di Riccione, De Meis sottolinea innanzitutto che “appare assai sconcertante una decisione così radicale dopo che la FDM ha da tempo avviato un percorso virtuoso con l’Amministrazione Comunale proprio per chiudere il vecchio contenzioso, relativo agli anni regressi di sua specifica competenza, concordando con l’Ufficio Tributi del Comune di Riccione un piano di rateazione che, in sintonia con quanto richiesto, abbiamo rispettato alla lettera”. “Per quanto riguarda poi il mancato pagamento di 15.500 euro della TARI 2018, che motiva di fatto l’ordinanza, su indicazione, se pur assolutamente informale degli stessi uffici comunali, avevamo predisposto un pre-accordo di rateazione, versando in via preliminare la somma di 3.000 euro come primo acconto, concordando quindi il saldo della prima rata entro la settimana prossima, in attesa di una risposta all’accordo di rateazione delle ulteriori spettanze 2018. Un segno che ci sembrava di assoluta responsabilità verso i nostri obblighi erariali pur considerando che vi è un’anomalia di imposizione alla fonte dovuta ad un evidente errore del calcolo delle superfici tassabili e non considerando inoltre che il Cocoricò che è considerata un’azienda stagionale che servita la sua attività non superando le 60 giornate all’anno”. “Resto ancor di più sconcertato”, continua quindi Fabrizio De Meis, “se considero infine il fatto che oggi al Cocoricò vengono riconosciuti ampi meriti per i tanti e tanti interventi ed investimenti sulla sicurezza e sulla responsabilità oggettiva che abbiamo fatto in questi anni per rispondere in pieno alle esigenze e alle indicazioni ricevute dalla Questura di Rimini e dallo stesso Comune di Riccione. Un impegno che abbiamo e stiamo onorando con grande rispetto e professionalità”.
“Ci tengo a ribadire”, sottolinea ancora De Meis, “che questo ennesimo atto contro il Cocoricò non metterà certo a repentaglio il futuro della nostra attività. Le scelte innovative e la strada della responsabilità che abbiamo intrapreso per il rilancio del Cocoricò nel mondo non si interromperanno per un’ordinanza che ritengo incostituzionale e contraria ad ogni ragione di buon senso. In questi anni abbiamo affrontato e superato momenti difficili. Supereremo anche questo”. “Così come non posso infine non far notare”, conclude Fabrizio De Meis, “come questa ordinanza, voglia in sé essere un segnale di intransigenza amministrativa e che il Cocoricò era ed è il miglior veicolo per la sua diffusione”