Cocaina nelle acque del Tamigi: i pesci del fiume sono a rischio

Analisi di ricercatori italiani e britannici hanno rilevato un’alta concentrazione di cocaina nel Tamigi. A rischio in particolar modo le anguille che ci vivono.

cocaina tamigi londra

Alcune recenti rilevazioni nelle acque del Tamigi, fiume che attraversa Londra, hanno evidenziato livelli molto altri (più di ogni altro standard) di cocaina. La sostanza sarebbe presente in quantità sufficiente per danneggiare la flora e la fauna del Tamigi. I ricercatori del King’s College of London hanno rintracciato particelle della droga in questione principalmente negli scarichi fognari, e quindi nell’urina di una parte dei Londinesi.

Il dato è preoccupante più per la fauna del fiume che per i consumatori umani. Molte ricerche, come una citata dai giornali inglesi effettuata dall’Università di Napoli Federico II, sottolineano la reazione che la sostanza stupefacente causa nel metabolismo di pesci e in particolar maniera di anguille.

Quest’ultime, presenti in gran numero nel fiume, sarebbero a rischio, in quanto – affermano i ricercatori – la cocaina metterebbe a serio rischio il loro sistema nervoso. In particolare le anguille diventerebbero “iperattive” mettendo a rischio la loro vita. I ricercatori sono per la prima volta dinanzi ad un problema del genere visto che non esistono limiti di legge per la cocaina nelle acque fluviali e non. L’allarme, infatti, arriva dal confronto con le analisi effettuate nelle acque di altre metropoli.

Le ricerche, poi, hanno anche esaminato l’alto livello di caffeina sempre nelle stesse acque, ma per quello non sono ancora arrivati riscontri scientifici.

Scritto da Matteo Squillante

Napoletano di nascita, attualmente vivo a Roma. Giornalista pubblicista, mi definisco idealista e sognatore studente di Storia presso l'Università di Roma Tor Vergata. Osservatore silenzioso e spesso pedante della società attuale. Scrivo di ciò che mi interessa: principalmente politica, cinema e temi sociali.